Magazine Diario personale

Tragedia forse evitabile?

Da Gattolona1964

Cari amici, mentre molti dei nostri bambini, venerdi 14 dicembre 2012, facevano le prove finali dei canti per la consueta festa di Natale, che avrebbe avuto luogo il giorno dopo nelle loro scuole, più lontano da noi avveniva l’ennesima e ci auspicheremmo, ultima tragedia di sangue. In una scuola del Connecticut, la Sandy Hook School, un ragazzo di vent’anni Adam Lanza, ammalato di una grave forma imparentata alla lontana con l’autismo, la Sindrome di Asperger, compiva un folle e devastante gesto. Al termine della sparatoria, pare che lui stesso,si sia tolto la vita, ma scrivono che ancora non è chiara la sua annunciata fine. Ventisette persone, tra le quali venti bambini e sette adulti, sono stati da lui massacrati. Che parole si possono scrivere o proferire di fronte ad un gesto simile? Gli interrogativi che nascono nella mia e credo nelle vostre menti sono pesanti e troppi, molti dei quali mai riceveranno la risposta più giusta o sensata. E’ facile predicare, piangere in diretta TV, supporre o meravigliarsi del perchè questa atrocità si è verificata di nuovo. Ci si chiede ad esempio, come mai  la madre, perfettamente a conoscenza del gravissimo disturbo del figlio, fosse una accanita ed orgogliosa collezionista di armi di un certo calibro, tenendole in casa, perciò a portata di mano.Ignara o noncurante di quello che avrebbero potuto rappresentare per il figlio, ma fiera ed orgogliosa di possedere tale arsenale! Mi domando con disperazione totale, come mai ella si recava spesso al poligono di tiro, insegnando anche al figlio a sparare. Ha pagato con la propria vita, lei per prima, rimanendo uccisa per mano di Adam, che nella sua disturbata mente aveva già pianificato tutto. I bambini che si sono salvati erano a casa ammalati o nascosti dentro agli armadi delle classi. I superstiti potranno festeggiare l’arrivo di Santa Claus, ancora per molti Natali assieme ai loro genitori, non conosco con quale spirito lo faranno, ma essendo piccini dovrebbero riuscire ad elaborare il  lutto, con l’aiuto essenziale di bravi psicoterapeuti infantili. Come fare amici e amiche, per tentare di evitare tali massacri? Possibile che i controlli che avvengono quotidianamente nelle nostre vite personali, nelle nostre conversazioni telefoniche e sui nostri computer, non abbiano consentito a chi di dovere,di captare, che nelle mail e negli sms di quel ragazzo, vi erano chiari presupposti  per compiere tale massacro? Cari genitori come me, mi rivolgo a voi che avete concepito ed amate i vostri figli, non dovremmo forse cogliere da un loro sbattere di ciglia diverso dal solito, un segnale che qualcosa non sta andando per il verso giusto? Non temiamo di violare la loro privacy, se qualche volta curiosiamo nei loro cellulari o leggiamo le loro mail, spalanchiamo ancora di più occhi e orecchie, attiviamo tutti i cinque sensi, per provare ad evitare ciò che quei poveri genitori stanno provando ora. Durante la festa di sabato, dove la mia bambina cantava con i suoi compagni, suonando tutti insieme felici e sorridenti, vestiti a festa, in un ‘atmosfera di gioia ed armonia, non ho potuto evitare di piangere. Lei, mi guardava con occhi smarriti temendo di non cantare bene; poi girando lo sguardo, mi accorgevo che anche altri genitori piangevano.Tutti insieme, forse pensavamo la stessa cosa. Come ultima e lecita considerazione, vorrei avere una risposta da qualcuno di Voi, sul perchè negli ultimi vent’anni, ogni omicidio di massa è avvenuto in una zona interdetta alle armi. Signor Presidente, uomo e genitore ancor prima di essere Presidente, la prego,  faccia qualcosa di concreto, per togliere definitivamente tutte quelle armi a disposizione di ogni cittadino americano. Tolga dalla circolazione anche quelle giocattolo,che sono ovunque anche nei supermercati, quindi accessibili a tutti. Ma lo faccia in fretta, altrimenti i fiumi di lacrime versati non saranno serviti a nulla, affinchè per i prossimi Natali non ci siano genitori disperati.

Vi ho messo al corrente della lettera in Originale da me scritta, mercoledì 19 dicembre, oggi (giovedì 20/12/2012 per chi legge) è uscita con i dovuti tagli, per questioni di spazio, nella rubrica “NOI REGGIANI”, sul quotidiano dove ho il piacere di scrivere. Mi sono sentita di riportarvela per intero, la tragedia mi ha toccato in modo esponenziale, come sempre quando si parla di bambini o di figli.Come di consueto vi riporto anche la risposta del caro Davide Nitrosi, uomo di grande  sensibilità, umanità e preparazione professionale che va molto al di là del ruolo che svolge.

Risposta:

La tragedia americana è legata alla condizione attuale di vendita delle armi negli Stati Uniti, quindi noi possiamo farci ben poco.  Però l’ondata di angoscia e sbigottimento di quella vicenda è penetrata anche nei nostri cuori. Con un messaggio preciso: quando circolano troppe armi, si mette a repentaglio la vita di tutti.Un monito contro la tentazione della giustizia fai da te, che ciclicamente affiora anche in Italia.

 



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