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Tranquilli, fuori della spelonca c'è luce

Creato il 30 gennaio 2011 da Zfrantziscu

Tranquilli, fuori della spelonca c'è luceSi è inaugurato ieri ad Oristano, nell'aula magna dell'Istituto di scienze religiose, il secondo corso di Epigrafia nuragica, a cui sono iscritte una novantina di persone. Apertasi con l'introduzione del direttore dell'istituto, professor Antonio Pinna, durante la inaugurazione si sono succedute le relazioni di Piero Zenoni, di Ilaria Marongiu sulla sua esperienza nel primo corso, di Gigi Sanna ("Il dio IL YH: alfabeto e religione di Ugarit in Sardegna nella seconda metà del secondo Millennio a.C.", di Aba Losi "Sistemi di comunicazione visiva nella Sardegna pre-nuragica e nuragica: simboli, segni, alfabeti", e mia. 
Quando Gigi Sanna mi chiese di dare un titolo alla comunicazione ai partecipanti al Secondo corso di epigrafia nuragica (Fuori delle spelonca c'è luce), mi tornarono in mente le immagini dello splendido Odissea nello spazio, che mostravano nostri progenitori riparati nel buio di una caverna. Erano terrorizzati dalle tenebre che fuori avvolgevano tutto il mondo che pure di giorno affrontavano. Non temevano il conosciuto, avevano terrore dello sconosciuto. Poi, come si sa, l'uomo rovesciò questo suo sentire fino al punto di aver a noia il conosciuto e di voler svelare sempre e ad ogni costo l'absconditum.La storia è densa di pulsioni umane ad uscire verso la luce, quella fisica e reale fatta di fotoni, capace di mostrare il reale e il misurabile e percepibile dalla mente, sede sì della Ragione raziocinante ma anche di un grumo di altre facoltà. Altri vollero uscire verso una luce metaforica, i Lumi, quella che portò questa parte del mondo al disastro della deificazione della Ragione raziocinante e poi del Leviatano, dello Stato con tutto ciò che ne conseguì e ne consegue. Comprese le verità di Stato che in quanto tale coincidono con la Ragione deificata che dà la luce non a tutte le cose ma solo a quelle che sono ritenute verità.Leggi tutto

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