(Transamerica)
Regia di Duncan Tucker
con Felicity Huffman (Bree Osbourne), Kevin Zegers (Toby), Fionnula Flanagan (Elizabeth Osbourne), Burt Young (Murray Osbourne), Carrie Preston (Sidney), Graham Greene (Calvin Manygoats), Elizabeth Peña (Margaret).
PAESE: USA 2005
GENERE: Commedia drammatica
DURATA: 103’
Una settimana prima di sostenere il tanto atteso intervento che lo renderà donna a tutti gli effetti, il transessuale Stanley detto Bree scopre di avere un figlio di 17enne che sta per uscire di prigione…
Scritta dal regista esordiente, è una delle commedie più originali e sottovalutate dell’annata 2005/2006. Film di viaggio dal respiro lento e sinuoso, talvolta molto divertente, spesso molto intelligente. I temi non sono nuovi (accettazione del diverso, incapacità di decifrare la sessualità, banalizzazione del sesso, bigottismo made in USA), ma Tucker ha il talento del cantastorie: lo dimostrano una regia sobria e lontana dalle mode, la completa rinuncia alla facile caricatura o a passaggi farseschi, i dialoghi frizzanti e una buona abilità nel dirigere gli attori. Il finale è più rassicurante e prevedibile di quanto ci si aspetterebbe all’inizio, ma il film c’è. A guidarlo è la bravissima Huffman, moglie di William H. Macy (qui nelle vesti di produttore), star di Desperate Housewife, bellissima donna che accetta con coraggio di imbruttirsi per interpretare un uomo affetto da GID (disforia di genere, ossia disturbi nell’identità sessuale). La scommessa di una donna che interpreta un uomo che si traveste da donna sembrava azzardata; invece, è vinta su tutti i fronti. Delicata la fotografia di Stephen Kazmierski e bellissime le musiche di David Mansfield. Nessun Oscar, ma una moltitudine di meritatissimi premi (tra cui il Golden Globe) alla protagonista.