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Transformers 4 – L’era dell’estinzione, Michael Bay a tutta forza

Creato il 25 luglio 2014 da Nicola933
di Giuseppe T. Chiaramonte Transformers 4 – L’era dell’estinzione, Michael Bay a tutta forza - 25 luglio 2014

Genere: Fantascienza
Regia: Michael Bay
Cast: Mark Wahlbehg, Nicola Peltz, Stanley Tucci, Jack Reynor, Kelsey Grammer
166 min.
2014

Di Giuseppe T. Chiaramonte. Quando nel 2007 uscì Transformers nessuno immaginava che un film ispirato a una serie di giocattoli di robot potesse avere tanto successo. Eppure, sulla carta, il potenziale dei Transformers era il film perfetto per il regista Michael Bay, tanto detestato da una grandissima fetta di cinefili e appassionati, quanto amato dall’altra. Dopo sette anni e quattro film dedicati alla saga, il successo è più che assicurato e probabilmente destinato a continuare ancora a lungo, considerando gli incassi globali anche di quest’ultimo film. Transformers 4 – L’era dell’estinzione, infatti, si presenta come il primo capitolo di una nuova trilogia.

Sono passati cinque anni dagli eventi di Chicago, la battaglia dell’invasione, e l’esercito americano hacreatouna squadra apposita per eliminare ogni transformers rimasto sulla Terra. Con una potenza di fuoco basata sulla tecnologia autobot e decepticon, la Cemetery Wind dà molte gatte da pelare ai robot superstiti. Ma non è tutto frutto della sola mente umana.
Come nel capitolo precedente, quasi fosse una formula vincente, lo script sviluppa ancora un’alleanza tra uomo e macchine. Il film di Michael Bay, alza leggermente il tiro e cambia tono rispetto ai capitoli precedenti, rendendo tutto molto più dark e interessante, almeno nella prima metà del film. Laddove però il nuovo tono sembra funzionare, con l’inserimento di elementi inediti per la saga, la formula transformers si ripete uguale a sé stessa nella seconda parte. Una battaglia di dimensioni mastodontiche sia per durata, che per portata.

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Michael Bay punta in alto e attinge dai migliori blockbuster o dai film di maggiore successo degli ultimi due anni, prende gli elementi che più gli servono, li fa propri e li mescola col suo stile. Le esplosioni, le inquadrature dal basso, le macchine veloci, le belle ragazze, gli inseguimenti, le riprese aeree e tutti i suoni roboanti si ripetono sempre allo stesso modo e più che rappresentare uno stile, ormai sono un marchio di fabbrica. Cambiano invece i protagonisti: non più il giovane e scanzonato Sam Witwicky, ma il padre di

famiglia vedovo Cade Yeager (Marc Wahlberg), con la figlia Tessa (Nicola Peltz) e il fidanzato Shane (Jack Reynor). La vicenda del piccolo nucleo famigliare è ovviamente solo uno sfondo dal quale partire per dare vita ad un “nuovo” film. Lo spazio dedicato a Cade&Co. è convincente nella misura in cui si va a vedere un film ignorante, ma in sostanza è tutto abbozzato e risolto con pochissime situazioni che servono giusto per dare un minimo di spessore allo script e una descrizione della situazione precaria dei protagonisti.

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Con l’arricchimento di piccole gag anche grazie alla presenza di un sempre in parte Stanley Tucci, l’adolescente rimane sicuramente colpito da un film del genere e forse anche l’adolescente che è rimasto nel cuore di un adulto, ma basta lasciare il cervello a casa e il gioco è fatto.
Transformers 4 punta tutto sulla caratteristica action-movie e stordisce dall’inizio alla fine con le ormai proverbiali esplosioni bayane che sono talmente tante da entrare nelle battute dei protagonisti: «non abbiamo più una casa, è esplosa», dice ad un certo punto Tessa. Battuta che sembra quasi volersi prendere gioco di tutti i criticoni che si lamentano proprio dell’elemento principe di Bay.

Bay è il male del cinema? No. Michael Bay fa film per un certo tipo di pubblico e a ben vedere li fa anche molto bene. È impossibile non riconoscere la professionalità di un filmaker così attento alla composizione dell’inquadratura e all’utilizzo di ogni mezzo a disposizione pur di ottenere ciò che vuole.
Quando c’è il completo disinteresse per la profondità psicologica e drammaturgica e gli effetti visivi prendono il posto delle idee per il puro piacere di divertire, il regista californiano è una garanzia e tutto si può dire tranne che Michael Bay non sia capace di raggiungere questo obiettivo.

★★ ½

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