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Trapani: Processo per l’omicidio di Mauro Rostagno (19)

Creato il 12 novembre 2011 da Diarioelettorale

Udienza del 9 novembre 2011 del processo per l’uccisione del sociologo e giornalista Mauro Rostagno avvenuta nel piccolo borgo di Lenzi, in territorio di Valderice la sera del 26 settembre 1988 ed in corso di svolgimento davanti alla Corte d’Assise di Trapani.

Alla sbarra il boss mafioso Vincenzo Virga e Vito Mazzara, per l’accusa, rispettivamente, mandante e killer dell’omicidio che sarebbe stato deciso per punire Rostagno per la sua attività giornalistica condotta attraverso l’emittente Rtc ‘Radio Tele Cine’.

Durante l’udienza viene esaminato il teste: colonnello dei carabinieri Giovanni Lombardi.

Il colonnello Giovanni Lombardi redasse una perzizia balistica, dopo l’omicidio di Mauro Rostagno e risponde al pm Francesco del Bene.

Il teste riferisce che nel 1989 furono effettuate ricerche sui residui di un’asta di legno di un fucile semiautomatico, volte alla individuazione di impronte digitali, furono analizzati i reperti costituiti da: un’asta lignea lesionata e frammenti di legno, una metà di un anello bronzina deformato, (da una parte integro e dall’altro frastagliato), due borre in plastica deformate riconducibili a cartucce di fucile del calibro 12, dei frammenti di materiale plastico di colore arancione, riconducibili alla fanaleria di segnalamento di una autovettura, tre bossoli di cartucce calibro 12 con i segni del medesimo percussore, ed i segni dell’estratore che hanno permesso di stabilire essere stati usati da un’arma semiautomatica, due cartucce da caccia calibro 12 sconfezionate marca Superfiocchi allestite per la RC (Romagna Caccia) ed un’altra cartuccia sconfezionata simile alle precedenti.

Con le tecniche di allora non furono rinvenute impronte digitali salvo qualche rara traccia assolutamente non in grado di permettere identificazione.

L’esame dell’asta e dei frammenti lignei ha permesso la loro identicazione come parte di un fucile Breda semiautomatico.

Relativamente alle cause della frammentazione si è stati del parere che la frammentazione sia dovuta ad uno stress di carattere meccanico conseguente all’esplosione, una eccessiva energia nella fase di rinculo, non assorbita dal sistema a molla che ha questa funzione.

La frammentazione lignea ritiene il perito non abbia provocato una lesione allo sparatore.

A proposito dei tre bossoli calibro 12 ritiene il perito che siano stati sparati tutti dalla medesima arma.

A domanda del Pm, il teste risponde che il fucile Breda dovrebbe potere contenere 3+1 (in canna) cartucce, ma con un dispositivo aggiuntivo è possibile che il fucile contenga 6-7 cartucce.

E’ il turno dell’avvocato di parte civile Esposito che chiede delucidazioni sul rinculo, sull’impennamento e sulle fasi tecniche dello sparo.

Chiede quindi a proposito dell’apertura delle cartucce, il teste afferma di non avere aperto cartucce.

La parola all’avvocato Lanfranca a proposito dei frammenti di plastica di cui il teste riferisce non essere stati oggetto di particolari accertamenti.

E’ il turno dell’avvocato Miceli il quale interroga il teste a proposito del peso dei pallettoni delle cartucce.
Le cartucce contenevano rispettivamente 31/32/33 pallettoni. I pallettoni furono pesati e contati per ogni cartuccia.
Un’eccessivo peso della cartuccia potrebbe avere inciso sulla frammentazione e rottura dell’asta lignea.

L’Avvocato Vito Galluffo difensore di Vito Mazzara chiede di sapere le cause della rottura dell’asta in legno e dell’anello.
La causa probabilmente è da attribuire al cedimento dell’anello e tale cedimento ha determinato il cedimento anche dell’asta.
Le schegge non è escludibile che possano avere determinato lesioni, ma al microscopio non sono state riscontrate tracce di sostanza ematica.
L’avvocato chiede se le tre cartucce sono state sottoposte a ricarica oppure no. Il teste risponde che la chiusura stellare fa ritenere essere le cartucce di produzione industriale e non ricaricate.

Avvocato Salvatore Galluffo difensore di Vito Mazzara ancora sulle cartucce e sulla chiusura stellare.
Il colonnello Lombardo ribadisce che le cartucce in sede di perizia non sono state tagliate. A proposito della lunghezza delle cartucce, rinvia ai riferimenti metrici presenti nelle foto.

Avvocato Ingrassia difensore di Virga ancora a proposito delle cause della frammentazione dell’asta di legno.

L’Avvocato Vezzadini difensore di Vincenzo Virga chiede sulla base di quali elementi si è pervenuti allla conclusione che gli elementi repertati fossero riconducinili ad un semiautomatico della Breda.
I bossoli sono stati esplosi da un’unica arma semiautomatica, i reperti lignei provengono da un fucile Breda. Non si è approfondito invece sull’attribuibilità ad un preciso modello della Breda.

Il pm Francesco Del Bene chiede di sapere il fucile semiautomatico calibro 12 Breda quanti colpi ha esploso.
Il teste risponde che non lo possiamo saper perchè il fucile non è stato mai ritrovato.
Di certo sappiamo che i bossoli sono stati esplosi da un’unica arma semiautomatica, che i reperti lignei provengono da un fucile Breda e abbiamo poi tre cartucce inesplose.

Conclude l’esame del teste il presidente Angelo Pellino il quale chiede dettagli a proposito delle tre cartucce ineplose.
Il teste fa rilevare che le tre cartucce repertate gli sono pervenute disassemblate, aperte ed il piombo e la carica di lancio erano state tirate fuori, le parti erano integre, non tagliate.
Si è proceduto al rilevamento di impronte di caricamento, ma non sono state rilevate impronte di caricamento.

L’udienza si chiude qui.

Annullata la udienza del 16 novembre per sciopero degli avvocati, prossima udienza il 23 novembre e il 30 novembre.
Il 23 novembre sarà sentito il primo dei collaboratori di giustizia, Milazzo Francesco.

La precedente udienza del 19/10/2011 la trovate qui

grazie a Radio Radicale

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