Trapani: quale configurazione giuridica dei cai

Creato il 18 aprile 2011 da Agueci

Perché rimangono ingessati?

Mentre a Pantelleria si continuano a rimpatriare i tunisini (in numero di 60 al giorno) e ad accogliere i profughi (richiedenti asilo politico) provenienti dalla Libia, a Kinisia è iniziata, come in altre tendopoli italiane, la distribuzione dei permessi temporanei per motivi umanitari, dopo che il Presidente del Consiglio dei Ministri la settimana scorsa aveva firmato, tra molte polemiche, il Decreto.

Il CAI è una struttura provvisoria formata da tende (a Kinisia sono 90 e possono contenere fino a otto profughi), ma il nome con la relativa funzione non è stata ufficializzata legalmente; l’acronimo che gli operatori hanno attribuito significa Centro di Accoglienza e di Identificazione. Si chiedono in molti, soprattutto il volontariato, le associazioni e i sindacati, che si definisca il ruolo giuridico di questa struttura e capire perché, nonostante la disponibilità offerta per un servizio di volontariato, non si dia l’opportunità di prestare tale servizio? Perché il luogo continua a rimanere blindato ancora a molti, politici e no? Altre domande si pone l’opinione pubblica: Perché la gestione è stata affidata solamente a una cooperativa, alla Protezione civile e alla Croce Rossa, escludendo altre realtà che sul territorio prestano gratuitamente un’opera di vicinanza a chi è provato dal fenomeno della mobilità e si trova ad avere bisogno d’interventi di altro genere, che però sono a favore di questi profughi? Come sono gestiti i soldi, finanziati per l’amministrazione della struttura di Kinisia? Si aspettano in tanti delle risposte e soprattutto, come in questo caso, che la trasparenza, la solidarietà e la democrazia siano ancora valori presenti e possibilmente da condividere tra chi è nel bisogno e la società civile.

SALVATOREAGUECI


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