L’ex allenatore dell’Inter dei record, Giovanni Trapattoni ai microfoni di FcInternews.it, ha parlato del momento dell’Inter, del possibile esonero di Walter Mazzarri e analizza il passaggio di consegne da Moratti a Thohir
Nelle ultime settimane si è parlato molto della possibilità di dare il benservito a Mazzarri, dopo un avvio di stagione altalenante e un feeling mai nato con la tifoseria nerazzurra. Lei che idea si è fatto circa questa situazione?
“Non credo che il problema sia l’allenatore. L’Inter, e posso testimoniarlo direttamente, è sempre stata abituata bene con grandi vittorie, e i tifosi, in un periodo in cui queste vengono a mancare, vogliono comunque competere con Juventus, Roma e Milan. Credo che Mazzarri abbia delle attenuanti, perché in campo vanno i giocatori e, tutto sommato, mi sembra che la squadra abbia avuto parecchia sfortuna. Sono contento che Thohir gli abbia dato ulteriore fiducia e ulteriore tempo per sistemare le cose. Siamo solo a novembre e c’è ancora tempo per recuperare. Non so se siano vere o meno le voci circa il fatto che potrebbero essere decisive per il futuro dell’allenatore le prossime due partite, ma complessivamente noto un certo qualunquismo nel dare giudizi. I giocatori ci sono, diamo a tempo a Mazzarri, anche perché vedo un gruppo legato e unito. Mi sento di difendere la categoria”.
Ipotizzando, ad esempio, un punto nelle prossime due partite contro Milan e Roma, come si comporterebbe nei confronti del tecnico se fosse al posto di Thohir?
“Il tycoon non si è lasciato influenzare dall’ondata di malcontento generale, anche se credo che i fischi diano molto fastidio anche a lui. Darei ancora del tempo a tecnico e squadra, per vedere se tutti saranno in grado di reagire, sperando di ripartire in maniera decisa. Voglio difendere Mazzarri, perché ci possono stare dei momenti in cui le cose non vanno nel verso giusto. Thohir fa bene ad avere ancora un po’ di pazienza, ma deve averla anche il tifoso”.
Da Mazzarri, passando per dirigenza e giocatori, all’Inter si parla apertamente di terzo posto Champions League. Secondo lei è un obiettivo raggiungibile o è un traguardo troppo lontano per questa stagione?
“L’Inter può tranquillamente arrivare all’Europa League, perché i giocatori sono tutti nazionali e di alto livello. Oggi, quando vai a cercare un giocatore per rinforzare la squadra, rischi di pagarlo il triplo rispetto al suo reale valore. Quindi occorre grande attenzione. Personalmente preferisco far crescere i giovani che ho già in rosa, piuttosto che buttare via dei soldi. E Mazzarri non è l’ultimo arrivato, ha fatto tanta esperienza, ha giocatori internazionali e ora dovrà solamente responsabilizzarli. Ripeto, siamo solo a novembre e, anche se la classifica ‘piange’, credo che ci siano tutte le possibilità per risalire”.
In vista di gennaio l’Inter sembra indirizzata verso la ricerca di un nuovo giocatore offensivo da mettere a disposizione dell’allenatore. Punta centrale, trequartista o esterno: lei su che profilo andrebbe?
“Gli schemi di Mazzarri sono molto duttili, abbastanza elastici. Sinceramente non credo ci sia bisogno di chissà quale intervento, i giocatori nerazzurri sono tutti di altissimo livello. Bisogna solamente far sì che la squadra migliori e sia più equilibrata, perché credo che l’organico sia già molto competitivo, sperando che non ci siano infortuni gravi con il prosieguo della stagione. L’Inter è distante dalle zone alte della classifica, ma per rientrare in una logica europea non vedo alcun tipo di problema”.
Tornando al mercato, vuole fare qualche nome?
“No, non voglio fare nomi. Il motivo è che se si pubblicizza un giocatore il rischio è quello di trovarsi di fronte a una richiesta ancor più elevata. Meglio non correre questo rischio”.
23 novembre, al ‘Meazza’ andrà in scena Milan-Inter. Come arrivano le due squadre a questo importantissimo match? Chi vede come favorita?
“Il derby è una partita molto particolare, difficile sbilanciarsi con un pronostico. Match datripla, tutte le volte che mi sono trovato davanti in classifica di sette punti ho perso puntualmente il derby e, viceversa, l’ho vinto quando mi trovavo a rincorrere. Milan-Inter esula da tutte le logiche tecnico-tattiche, psicologiche e fisiche. Credo che il fattore nervoso sarà importantissimo, un’arma che può permettere di vincere e ribaltare la gara. Non si possono fare pronostici”.
Moratti ha recentemente detto addio alla carica di presidente onorario della società, pur mantenendo il 30% della proprietà. Quanto perde l’Inter con la sua ‘uscita’?
“Tantissimo, perché Moratti è l’Inter. La storia della società è legata alla famiglia Moratti, credo che non ci sarà più una figura che possa prendere il suo posto e che sia in grado di identificarsi nell’interismo quanto lui”.
Progetto-Thohir: lei è fiducioso?
“Sono fiducioso, perché se Moratti ha deciso di lasciare la società proprio a lui un motivo dovrà pur esserci. Lo stesso Thohir è conscio del fatto che, in caso di necessità, Moratti sarà sempre presente e il suo appoggio non mancherà mai, sia a livello morale che psicologico. Non vorrei parlare dell’aspetto economico, non saprei in questo caso. Però sono convinto che Thohir sia circondato da persone competenti e capaci