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Trascurando i cotechini

Creato il 24 luglio 2012 da Malvino

Quando dice che nessuno ha dedicato tre righe alla quattrogiorni radicale per l’amnistia, Massimo Bordin ha ragione. Non un quotidiano l’ha ritenuta degna di una mezza colonna. Non un tg le ha dedicato un servizietto di 15 secondi. Perfino la blogosfera, che abitualmente dedica attenzione anche alla più inutile delle sagre del cotechino, ha snobbato l’evento. A parlarne e riparlarne, solo i radicali. Sul cartaceo, on line e sulle onde di Radio Radicale. Prima, per giorni e giorni. Dopo, naturalmente, da subito, e con toni trionfalistici, come per ogni flop, a rimuoverlo. A dispetto del silenzio che era il cuore della cosa nonviolenta, i radicali ne hanno parlato tanto anche durante. Anche per questo, ora, l’indifferenza generale li ferisce. Però allo stesso tempo rafforza in essi la certezza di essere fatti oggetto della più brutale delle censure: ferita da leccare e rileccare come la più squisita delle prelibatezze.Beh, dite quello che volete, voi che storcete il muso ad ogni post che dedico ai radicali invece che ai cotechini, ma alla sacrosanta lagnanza di Massimo Bordin non posso fare orecchio da mercante: tre righe sulla quattrogiorni devo stenderle. Non importa se saranno di critica, tanto alla critica i radicali sono impermeabili e in fondo anche uno sputo li fa sentire vivi. Rammenterete l’infame trattamento che la piazza riservò a Marco Pannella lo scorso 15 ottobre, vero? Se gli avessero voltato le spalle, facendo finta di non riconoscerlo, sarebbe corso a casa ad impiccarsi con la sciarpetta bianca donatagli dal Dalai Lama. E invece insulti, urla, spintoni e anche uno sputo: l’apoteosi.Tre righe, dunque, o poco più, giusto perché si parli dei radicali e della amnistia. Sono un ex e un ex, si sa, è sempre mosso da un livore rabbioso e vendicativo. Faccio un esempio? «Il Partito Radicale si dimostra essere sempre più, da una parte uno straordinario – se vogliamo – ma dall’altra – anche – un disperato atto di volontà di Marco Pannella. Non solo sulla stampa, ormai, non si parla di Partito Radicale – si parla di Marco Pannella – ma tutto il resto è scomparso: gli altri non esistono più. Direi che è anche un concentrato – sempre più – di banalità, demagogie, qualunquismo, populismo. Ma è anche un qualcosa che non paga... Leonardo Sciascia, in un’intervista a Il Messaggero, aveva ben colto il Partito Radicale, quando aveva detto: “Il Partito Radicale, per quello che è, sarà sempre destinato a perdere, a diminuire il numero dei suoi deputati, a perdere il suo consenso, ma qualcosa resterà sempre, perché viviamo in una situazione – quella italiana – per cui un Partito Radicale prenderà sempre un certo numero di consensi”… Un partito in crisi, e con questo lo liquiderei, nel senso che sempre più farà da guastatore, sempre più romperà le scatole, ma credo che la sua fase propulsiva sia definitivamente esaurita, e quindi non mette neanche conto parlarne…». Era Valter Vecellio, nel luglio del 1983, a poche settimane dalla sua uscita dal Partito Radicale: cose tanto intelligenti non è stato più capace di dirle, per tacere delle immani sciocchezze che ripete da quando vi è rientrato, sarà per fare penitenza. No, non mi conviene parlare da ex radicale. Parlerò da fan di Massimo Bordin.Si può dire una cosa, caro Bordin? Su 67.000 detenuti solo 20.000 hanno aderito all’iniziativa di Marco Pannella. Non saranno pochi, ma gli altri 47.000? Perché non hanno aderito? Non vogliono l’amnistia? Sono pazzi? O piuttosto non credono sia possibile? Forse la ritengono impossibile? Contro la più naturale delle speranze di chi è in carcere? Sappiamo che lì dentro le condizioni di vita sono atroci: neanche questo riesce a dar le ali alla proposta radicale? Se non le trova neppure lì dentro, non è da pazzi continuare a cercarle fuori?Coi 20.000 detenuti cerano altri. Quanti? Circa 4.000. Dove sono gli altri elettori radicali? Radio Radicale ha mezzo milione di ascoltatori e ha ripetuto allinfinito linvito a firmare lappello per lamnistia: dice niente che le firme raccolte siano state solo 4.000?Parlamentari? Quelli radicali, ovviamente. E Alfonso Papa. E poi quanti altri? Quanti ce ne vogliono per ottenere un decreto di amnistia?Se non ho inteso male, se non lei non incorso in un refuso, liniziativa radicale era «per la riforma strutturale della giustizia e per lamnistia». Quale «riforma strutturale»  se non la stessa amnistia? Non ho sentito chiedere altro, finora, che  l’amnistia come primo motore immoto di una conseguente «riforma strutturale». Lei stesso ha polemizzato con Marco Pannella su questa presunta natura strutturale  dell’amnistia, manifestando forti perplessità che tuttora sono le stesse mie. Ha cambiato idea? Legittimo, ma faccia in modo che la cambi anche io: cosa  lha convinto? Come fa un’amnistia ad essere di suo – riforma della giustizia?

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