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Trasformazione e sviluppo della Sicilia orientale

Creato il 24 marzo 2014 da Makinsud

La parte orientale della Sicilia è caratterizzata dai paesi etnei che hanno affrontato una trasformazione e un cambiamento tali da costituire una parte importante della storia della Sicilia. I vari mutamenti avvenuti nel corso del tempo, in questa zona dell’isola, sono legati a fenomeni di sviluppo locale, ma in parte sono dipesi anche dallo sviluppo regionale e nazionale, che risale all’inizio degli anni Sessanta.

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Un elemento che ha segnato i cambiamenti di questi comuni riguarda la ridistribuzione della popolazione che riflette la loro evoluzione socio-economica. Inizialmente il decennio compreso tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta fu caratterizzato da un certo sovrappopolamento dell’area in questione, da un’economia ancora fortemente agricola, dal blocco dei settori extra agricoli e dalla carenza delle infrastrutture. La conseguenza di questi fattori fu lo spopolamento della zona, dovuto all’emigrazione che caratterizzò gli anni successivi. Tuttavia, il flusso migratorio forse servì per spronare ed innescare un processo di trasformazione di quest’area, che a partire dagli anni Sessanta toccò vari ambiti e settori. L’emigrazione fuori dalla Sicilia non è il solo esodo che si verifica, ma anche il passaggio dalla città al paese. Pertanto, incomincia una crescita e uno sviluppo dei paesi etnei, dovuti in gran parte a fattori turistici legati alla residenza estiva, e allo sviluppo del settore terziario, che tra i paesi etnei riguardò in particolar modo Nicolosi, Pedara, Trecastagni e Zafferana Etnea.

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Accanto al settore dell’agricoltura comincia a farsi strada quello terziario, soprattutto l’edilizia. Dietro a questi primi cambiamenti della parte orientale della Sicilia, si manifesta la volontà di uno sviluppo e di un’industrializzazione volti a colmare il divario con le altre regioni. Il decennio degli anni Settanta costituisce una sorta di punto di svolta, segnato da un aumento e da una ridistribuzione della popolazione, dovuto in parte alla crisi economica nazionale di quegli anni, che portò a una limitata capacità delle regioni settentrionali di acquisire un’ulteriore manodopera di popolazione immigrata, e in parte si intensifica la tendenza di trasferirsi dal capoluogo etneo ai paesi. Ciò fu accresciuto inoltre dal fatto che lo sviluppo edilizio accelerato e disorganico di Catania si estese progressivamente fino ai paesi etnei, portando la popolazione ad insediarsi in quelle zone.

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Gli anni Ottanta sono invece costituiti da fattori di ristrutturazione e di organizzazione del territorio, legati ad una forte volontà di sviluppo locale che hanno puntato sul turismo. La natura, le tradizioni culturali e l’arte presenti nel territorio sono diventati preziose risorse per lo sviluppo. Tuttavia dietro questa evoluzione si nasconde un’arma a doppio taglio che occorre gestire con attenzione e con intelligenza attraverso politiche di sviluppo che tutelino queste risorse in modo efficace. Infatti, da un lato, alla fine degli anni Ottanta lo sviluppo del terziario ha visto una maggiore incremento lavorativo, ma al tempo stesso, fino ad oggi, il territorio è stato modificato da lavori di edificazione, e la paura che si respira è quella di un’inarrestabile antropizzazione del territorio che rischia l’esaurimento delle risorse. Per questi motivo, si auspica che lo sviluppo economico possa essere accompagnato da adeguate politiche di tutela ambientale, e che sia compatibile con esse.

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