Trasformismo in Parlamento: record di cambi di casacca

Creato il 13 febbraio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

La Seconda Repubblica e il suo trasformismo

Il Parlamento sembra sempre più preda di un trasformismo quasi schizofrenico. Più di 180 passaggi da un gruppo ad un altro. Circa il 20% del totale dei parlamentari. Un vortice caotico e continuo di cambi di partito che risulterà di sicuro poco comprensibile agli occhi di chi vive fuori dal Palazzo. Roba da far impallidire perfino Depretis, il primo a teorizzare e applicare la strategia del trasformismo nel lontano 1882.

Quello del trasformismo parlamentare è in realtà un tratto tipico della Seconda Repubblica. Durante la prima parte della storia della Repubblica italiana (1948-1993) – l’epoca dei grandi partiti di massa, ideologici e con una disciplina ferrea – gli schieramenti parlamentari risultavano, infatti, essere molto meno fluidi, anzi quasi immutabili nella loro composizione.

Inimmaginabile pensare ad un comunista che traslocasse nella Democrazia Cristiana (o viceversa) o un liberale che improvvisamente si trasformasse in socialista.

Dal 1994 in poi, invece, le pratiche di trasformismo hanno conosciuto una diffusione costante. Ma quello di questa legislatura è un vero record. Scissioni, tradimenti, ripensamenti: c’è un po’ di tutto nel gran ballo del cambio di casacca parlamentare.

Il trasformismo che giova al Pd – e non nuoce a Salvini

Il partito che più di tutti ha beneficiato della nuova ondata di trasformismo è stato il Partito Democratico ( 17 ingressi alla Camera e 8 al senato), complice la forza attrattiva esercitata dalla leadership indiscussa di Matteo Renzi e dalla centralità conquistata dai democratici nello scenario politico attuale.

Vere e proprie scissioni hanno colpito Scelta Civica. Il partito fondato dall’ex premier e senatore a vita Mario Monti ha, infatti, conosciuto nel dicembre 2013 una spaccatura tra l’ala liberal-democratica rimasta sotto le insegne iniziali e la componente cattolico-popolare approdata dopo varie traversie al gruppo Per l’Italia. Negli ultimi giorni, l’intero gruppo di SC al Senato ha traslocato sotto la tenda del Pd.

La vignetta di Vittorio Sancipriano sul trasformismo.

Sul versante del centrodestra si è registrata la frattura più clamorosa e numericamente più consistente. Il Pdl presentatosi alle elezioni politiche del 2013 non esiste neppure più. Adesso gli eletti nell’ex partito berlusconiano si dividono tra Forza Italia (70 deputati e 60 senatori) e Ncd di Alfano (29 deputati e 36 senatori). E chissà se la fronda interna a Forza Italia rappresentata da Fitto (contrario da sempre al patto del Nazareno) ed una trentina di parlamentari porterà ad un nuovo, ennesimo, cambio di scenario.

Altro partito falcidiato dalle defezioni è il M5S. Tra epurazioni e uscite volontarie il movimento di Grillo e Casaleggio ha visto assottigliarsi notevolmente le proprie pattuglie parlamentari. Ben 18 senatori, divisi in varie tranches, hanno lasciato il gruppo grillino, che conta adesso 36 membri rispetto ai 54 iniziali. Anche alla Camera non sono mancate le trasmigrazioni, con la motivazione prevalente della scarsa democrazia interna al movimento. In totale sono 18 i deputati che hanno abbandonato la nave pentastellata, passando quasi tutti al misto (di questi, 10 hanno dato vita alla componente denominata Alternativa Libera) e uno a Sel.

Un altro partito che ha dovuto fronteggiare una vera e propria emorragia è stato proprio Sel di Nichi Vendola. Un drappello di 10 deputati (tra cui l’ex capogruppo Gennaro Migliore) ha lasciato il gruppo per andare a ingrossare le fila del Pd. I democratici sono, inoltre, gli unici a non aver perso nemmeno un deputato o senatore (con l’eccezione di Margiotta che dopo una condanna è passato al gruppo misto ma vota costantemente a favore del governo). Anche la Lega Nord si è dimostrata piuttosto solida non subendo “campagne di reclutamento” altrui.

Campioni di trasformismo

C’è anche, infine, chi si è reso protagonista di cambi plurimi: si tratta, ormai, di veri e propri esperti in materia di trasformismo. Come il senatore trapanese D’Ali che dopo aver lasciato Berlusconi e Forza Italia per seguire Alfano nell’Ncd, è tornato dopo qualche mese alla casa madre. O chi come Barbara Saltamartini che, dopo essere passata dal Pdl-Forza Italia a Ncd, ora si dice pronta a transitare verso la Lega di Salvini.

Tags:forza italia,Matteo Renzi,parlamento,partiti,trasformismo

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