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Per la verità la responsabilità del carico in marina dovrebbe essere del terzo ufficiale, ma da noi questo compito se lo assume, assorbendolo per mancanza di ciurma, il secondo e unico ufficiale della famiglia, che dall'alto della sua autorità detta comunque le regole per diritto divino. Comunque alla fine con la macchina stipata all'inverosimile si parte per il week end. Beh bisogna considerare che la macchina è anche piena di viveri, scatolami e cibarie varie, che verranno consumati o lasciati sul posto per contribuire a formare una sorta di cambusa per il futuro, guerra nucleare o crisi economica arrembante e che quindi al ritorno il bagagliaio dovrebbe essere quasi del tutto sgombro. Clamoroso errore valutativo epistemologico. Al ritorno non si sa come, ma i materiali da riportare a valle saranno ancora maggiori e più imponenti. C'è sempre un motivo valido per ricomprendere nel trasporto, cose dimenticate dalla volta precedente, tutte invariabilmente scomodissime ed ingombranti da trasportare. Eppure negli anni cinquanta, proprio questa era la stagione in cui, finita la scuola, ci trasferivamo in Valle San Bartolomeo dai nonni. Ci si stava quasi quattro mesi, un vero e proprio trasloco, in quella casa non rimaneva quasi niente da un'anno all'altro. Ebbene, questa transumanza avveniva IN BICICLETTA! Io, che essendo piccolino al massimo avevo appeso una borsettina alla mia biciclettina rossa e il mio papà e la mia mamma che avevano borse di ogni tipo davanti e sul portapacchi della ruota posteriore. Cosa mai si poteva portare in quelle cinque o sei borse che pure non impedivano di percorrere i cinque chilometri per arrivare al paese, anche se dovevano essere piuttosto pesanti perché la salitella della Cerca si faceva a piedi spingendo i mezzi di trasporto. Eppure bastava. Forse i bisogni sono cambiati o forse l'assunto di cui ho parlato all'inizio è davvero valido.
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