Il Tarassaco è una specie erbacea perenne molto comune in tantissime zone d'Italia. Il suo habitat naturale sono i prati, i campi e le zone montane fino ai 2000 – 2500 metri, ma non disdegna di crescere un po' ovunque, perfino ai bordi delle strade. È conosciuto ai più sotto il nome di Dente di Leone o Stella gialla e si presenta con un fiore di colore giallo intenso che ha la particolarità di chiudersi al tramonto per poi riaprirsi alle prime luci dell'alba. Una volta terminata l'inflorescenza si genera in cima allo stelo, una sfera lanuginosa di colore bianco, detta soffione. Questa è costituita dagli acheni, ovvero i frutti della pianta che contengono alla base il pericarpo con il seme. Gli acheni sono muniti di pappo, ovvero la tipica corona peluginosa che viene soffiata dal vento o per gioco da adulti e bambini, creando uno sciame di acheni che favorisce la disseminazione.
I principi attivi contenuti nella pianta, prima fra tutti la taraxacina, stimolano la secrezione delle ghiandole dell'apparato digerente. In particolare viene stimolata la produzione di saliva e dei succhi gastrici e pancreatici, nonché la produzione di bile che facilita lo svuotamento della cistifellea. La maggior produzione di secrezioni, favorisce la diuresi e l'allontanamento delle tossine dall'organismo, riducendo l'affaticamento e l'usura di organi quali il fegato e i reni. Come conseguenza dell'aumento del flusso di bile, inoltre, si ottiene un aumento della peristalsi e una blanda azione lassativa che ha effetti anche su disturbi digestivi e flatulenza. La capacità dei principi attivi del Tarassaco di stimolare i processi di disintossicazione dell'organismo, fanno sì che questa pianta venga spesso impiegata nella fabbricazione di preparati tonici per la prevenzione e la protezione delle allergie primaverili.
Nonostante gli innegabili benefici, i principi attivi del Tarassaco non sono però esenti da controindicazioni. Lo stimolo delle secrezioni ghiandolari che interessano l'apparato digerente, possono causare problemi di iperacidità, reflusso gastroesofageo e infiammazioni epatiche e delle vie biliari. È sconsigliabile assumere gli estratti di Tarassaco in concomitanza con alcuni farmaci, in particolare quelli facenti parte della categoria dei FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei). Alla classe dei FANS appartengono farmaci molto comuni usati abitualmente come analgesici e antidolorifici la cui azione, già di per sé dannosa nei confronti della mucosa gastrica, può essere accentuata dall'assunzione del Tarassaco. Gli estratti di Tarassaco, inoltre, sono ricchi di potassio. L'uso smodato potrebbe portare a un eccesso di questo minerale e generare iperkalemia, una sindrome che crea squilibri di pressione, crampi muscolari, tachicardia e, nei casi più gravi, arresto cardiaco.
La pianta si presta a essere assunta in diverse maniere. Il metodo classico consiste nel preparare un decotto partendo dall'estratto secco della pianta e lasciandolo in infusione in acqua calda per qualche minuto. Al termine è sufficiente filtrare la sospensione per ottenere un infuso da bere. Il Tarassaco, però, può essere utilizzato anche crudo nelle insalate, o sbollentato e impiegato come base per frittate e torte salate. Gli estratti possono essere preparati anche a partire da una sola parte della pianta. Questo viene fatto per sfruttare al massimo le potenzialità dei principi attivi presenti, in quanto, ad esempio, le radici possiedono un'azione più marcata nei confronti di fegato e intestino, mentre le foglie agiscono principalmente a livello renale. Inoltre, per i suoi profumi particolari, il Tarassaco viene spesso utilizzato dagli apicoltori per la fabbricazione di un miele molto cremoso dall'odore intenso e dal sapore molto persistente.