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Tratto da "Il conformista" di Alberto Moravia

Creato il 27 dicembre 2010 da Bibolotty
(...) Marcello aspettò il momento in cui la madre, dopo che si era coricato, veniva in camera a dargli la buonanotte. Era questo uno dei pochi momenti che gli riusciva di vederla da solo a solo: il più delle volte, durante i pasti e nelle rare passeggiate coi genitori, il padre era sempre presente. Marcello, sebbene non avesse, di'stinto, molta fiducia nella madre, l'amava, e forse, anche più che amarla, l'ammirava in maniera perplessa e invaghita, come si ammira una sorella maggiore dalle abitudini singolari e dal carattere estroso. La madre di Marcello, che si era sposata giovanissima, era rimasta moralmente e anche fisicamente una fanciulla; inoltre, pur non avendo alcuna confidenza con il figlio di cui si occupava pochissimo a causa di numerosi impegni mondani, ella non aveva mai separato la propria vita da quella di lui. così Marcello era cresciuto in un continuo tumulto di entrate e uscite precipitose, di vestiti provati e gettati via, di frivole conversazioni al telefono, di bizze con sarti e fornitori, di dispute con la cameriera, di continue variazioni di umore per i più futili motivi. Marcello poteva entrare in camera di sua madre in qualsiasi momento, spettatore curioso e ignorato di un intimità in cui non aveva alcun posto. Qualche volta la madre come riscuotendosi dall'inerzia per un improvviso rimorso, decideva di dedicarsi al figlio e se lo portava dietro da una sarta o da una modista.In queste occasioni, costretto a passare lunghe ore seduto sopra uno sgabello, mentre la madre provava cappelli e vestiti Marcello quasi rimpiangeva la solita turbinosa indifferenza. (...)
(...) Ora stava in piedi presso di lui, in controluce, bianca e esile nel nero abito scollato. Il viso fine e pallido incorniciato da capelli neri in ombra, non tanto che però Marcello non vi distinguesse un'espressione scontenta, frettolosa e impaziente. (...)

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