Dopo una gincana tra i sensi unici del centro di Spilamberto finalmente ci troviamo davanti alla Trattoria Da Cesare. Qua prenotare è d'obbligo: il ristorante apre alle 19 e 45 e chiude alle 21.00 quindi o si prenota o si rischia di dover cambiare i piani per la serata. Il locale si articola su due livelli. A piano terra si trova il bar, molto belle epoque, ridondante e pieno ma caratteristico e non fastidioso. La sala da pranzo si sviluppa al primo piano al quale si accede da una rampa di scale con una pendenza da arrampicata. Arrivati "sulla cima" ci si trova in un ambiente tradizionale, tipico delle trattorie emiliane, con grandi tavoli ben apparecchiati e curati. I mobili, antichi e di legno padroneggiano ai lati della sala e alle pareti quadri di dubbio gusto (mi perdonino gli autori) colorano la sala. I posti non sono molti circa una trentina di coperti, quasi tutti i tavoli sono apparecchiati per due o tre persone anche se non è difficile trovare piccole tavolate di amici. L'incontro con l'oste è subito particolare: l'aspetto un po' burbero mette inizialmente in soggezione ma dopo poche battute ci si accorge della sua bonarietà. Il dialetto è all'ordine del giorno e il servizio è spiccio e senza grandi vezzi anche se la tavola è ben curata e le posate vengono cambiate ad ogni portata.
Sul tavolo ad aspettarci sono già appoggiati alcuni antipasti: una terrina di cipollotti di tropea e pecorino sardo conditi con aceto balsamico ("due cucchiai del mio aceto balsamico" vi dirà l'oste) ottimi per chi non ha problemi di digestione e un abbondante piatto di cubetti di mortadella. Il menù non arriva, si sottostà ai voleri dell'oste e della sua signora in cucina. Ascoltando le chiacchiere di altri commensali abbiamo intuito che il menù è fisso ma varia secondo il giorno della settimana. Come vino ci viene proposto un buon Lambrusco di Sorbara, come prima portata ci viene servita una piccola terrina di maltagliati coi fagioli, (squisiti, i migliori assaggiati da tempo) a seguire tortelloni di ricotta con burro e salvia e per ultimo tagliolini di pasta fresca all’uovo con sugo rosso di piselli e salsiccia. Il piatto dei secondi è altrettanto copioso. Fritto di formaggio in spiedone, crema fritta e carciofi fritti, involtino di carne con prosciutto e formaggio e guanciale di vitello (strepitoso, morbidissimo e gustoso). Come ultimo, a dare il colpo di grazia, un piatto pieno di dolci misti tra cui pesche all'alchermes, torta di cioccolato e caffè, croccante di mandorle, torta di riso e amaretti di Spilamberto. Non possono mancare il caffè e la grappa a concludere il pasto luculliano.
La tradizione e la cultura emiliana trasudano da ogni piatto, da ogni sapore, ma ciò che maggiormente riporta alla mente cultura e storia delle nostre nonne è la signora che a fine pasto prende la spianata (tuler) e l’appoggia sul tavolo per prepara e tirare la sfoglia per il giorno dopo, il tutto con gesti decisi e sicuri di chi lo fa da una vita. Se si vuole assaporare l’Emilia e i suoi profumi questo è sicuramente il posto giusto. Da tenere in considerazione però il prezzo abbondante (anche se meritato) per un cena a menù fisso.
AntipastiCipollotti di tropea e pecorino sardo al balsamico
Cubetti di mortadella
PrimiMaltagliati con fagioli
Tortelloni di ricotta con burro e salvia
Tagliatelle con sugo rosso di piselli e salsiccia
SecondiFritto misto (formaggio, carciofo, crema pasticcera)
Involtino di carne con prosciutto e formaggio
Stracotto di guanciale di vitello
DolciPesche all'alchermes
Torta di cioccolato e caffè
Croccante di mandorle
Torta di riso
Amaretti di Spilamberto
AltroAcqua,Vino,Caffe,Grappa
Prezzoa persona circa 40.00 € - 45.00 €
Da Cesare
Via San Giovanni 38, Spilamberto (MO)
tel.059 784259
chiuso: domenica sera, lunedì e martedì
orario: mezzogiorno e sera