Carissimi lettori,
qualche giorno fa abbiamo parlato di Pamela, Samela, Fielding, Richardson e chi più ne ha più ne metta.
Per non essere da meno, ho spulciato su Anobii.it, il mio sito di libri preferito che mi aiuta anche un po' a tenere i conti delle folli spese che faccio in libreria, i titoli annessi.
Ho scoperto un mondo di cui non conoscevo l'esistenza, così, armata di tanta pazienza, mi sono decisa a fare un acquisto significativo di romanzi settecenteschi.
Questo post non c'entra niente con la storia o che, ma si tratta semplicemente delle traversie di una qualsiasi ventenne alla ricerca disperata di titoli che probabilmente sono dimenticati da diversi secoli, da quando, cioè, erano dei bestsellers dell'epoca.
Munita di lista, cosa che faccio sempre, altrimenti mi perdo l'obiettivo principale, mi sono recata alla mia libreria di fiducia assieme ad alcuni amici che mi sopportano in queste circostanze (li ho pregati di distogliermi da qualunque acquisto non fosse nel foglio, ma tant'è mi ci è scappata la scappatella =P).
Poichè la mia libreria di fiducia non è un megastore come quelli della Fox del film C'è post@ per te, sapevo che molti dei miei titoli dovevano essere ordinati (parto sempre pessimista, così quando arrivo non mi scandalizzo troppo ^_^), anche se devo dire che Pamela è proprio un "classico classico" come lo chiama il critico dell'Indice di cui ho riportato la recensione, quindi, da accanita lettrice, mi aspetterei che figurasse non solo nel catalogo, ma anche sugli scaffali di TUTTE le librerie d'Italia, se non almeno del mondo civile.
Dovevo prepararmi alla battaglia, sono entrata e ho cominciato a rovistare con accanimento nello scaffale storico, un misero scaffaletto dove sono ammonticchiati quasi nascosti, autori del Seicento, Settecento e Ottocento all together appassionately, per dirla alla Julie Andrews.
Lo spazio dedicato ai romanzi storici, storici nel senso che hanno passato un bel po' di storia, non di ambientazione, è sempre più ridotto in favore di porcherie che brucerei volentieri nel camino.
Arrampicandomi stile Cita sullo scaffale, sono riuscita ad afferrare una versione di Pamela che, da sola, avrebbe appesantito la mia borsa da passeggio di qualhe chilo.
Il commesso, disperato ai miei fallimentari tentativi, vinto dalla pietà o preoccupato che rovinassi qualche volume vedendomi nella parte della "morte del cigno" su uno scaffale, è accorso in mio aiuto.
Quando avevo dodici anni decisi che avrei sposato un bibliotecario o un possidente di libreria, in modo che potessi leggere in continuazione. Con l'età (anche se non è passato molto ^//^) la mia idea non sarebbe cambiata, se non fosse che mi ritrovo a fare i conti con la cruda realtà: arrivata ad un compleanno dove la prima cirfra è un 2 e la seconda una X, ho abbassato il tiro e mi accontenterei anche di un commesso da libreria.
Vi assicuro, quello che mi ha servita me lo sarei sposato seduta stante.
Pazientemente ha recuperato i titoli che la mia scarsa altezza mi impediva di raggiungere ed è rimasto a sentire paziente i miei sproloqui circa autori morti da tre secoli corredato dall'edificante scenetta (mimata) del mio migliore amico che si infilzava con una spada mentre parlavo di ciò.
Non so quale santo gli abbia dato tanta pazienza, ma mi ha ascoltata, ha guardato tutti gli scaffali alla ricerca di Shamela, secondo libro sulla lista dei miei "lo voglio assolutamente", ha persino guardato in magazzino e poi, vedendo la mia faccia delusa, l'ha aggiunto come n° 1 alla lista di quelli da ordinare.
Passando al terzo titolo, mi sono data agli impegnati e in due siamo riusciti a recuperare una versione Feltrinelli in due volumi di Tom Jones, considerato il capolavoro letterario di Henry Fielding.
Strano ma vero, l'edizione Feltrinelli era anche provvista di una discreta copertina, una cosa che, coi libri Feltrinelli, non mi era mai successa (sono rimasta traumatizzata da quelle date ai libri di Stefano Benni).
Tom Jones è finito nelle mie mani assieme ad una edizione Garzanti di Joseph Andrews, altro libro di Fielding trovato per caso mentre cercavamo affannosamente alla ricerca dei titoli di cui sopra. Della serie: non era nella mia lista, ma me lo dia ugualmente.
Arrivando al banco per pagare ho pensato con soddisfazione a quanto ero stata brava a non lasciarmi tentare troppo, ho afferrato al volo anche L'arciere di Azincourt di Bernard Cornwell che avevo adocchiato da un po' (e non c'entra niente con l'epoca Vittoriana e Georgiana).
Il ragazzo, sempre gentile, mi ha chiesto le generalità per la prenotazione, a quel punto, vinta da un dubbio cosmico, ho guardato la copia Rizzoli BUR di Pamela che avevo in mano e, perdonate la crudezza del mio linguaggio, ma mi si sono rivoltate le budella, al che ho implorato il commesso di ordinarmi lo stesso libro edizione Garzanti: mi spiace per la Rizzoli, ma chi ha fatto la copertina di Pamela dovrebbe vedere un bravo psicologo, non credo sia né normale né pertinente, soprattutto considerando che è un romanzo del Settecento ambientato nello stesso secolo.
Cosa c'entra con la pop-art moderna? Mica siamo nel film di Sofia Coppola! Per maggiore chiarezza, posto la suddetta copertina a lato, è quella violetta con quella bambola assassina al centro che incuterebbe terrore perfino a chi è sopravvissuto indenne a L'esorcista (cioè non io).
Insomma, oggi sono andata a prendere i volumi ordinati con immensa soddisfazione.
Il commesso che mi ha servita questa volta mi ha guardata con una costernazione che non ricordavo da quando ho messo piede per la prima volta nel megastore Feltrinelli aperto da poco, dove i commessi sono lì solo per finta, sembrano di cera e, probabilmente, per dirla con le parole di Kathleen Kelly, non hanno mai letto un libro in vita loro.
Quella volta domandare qualche libro strano mi ha marchiata a fuoco e il commesso di turno stava giudicando se ero scesa da Marte o da Saturno e a quale specie aliena appartenessi (da allora ho imparato che da Feltrinelli non si chiede mai, se vuoi fare domande, vai da Mondadori dove i commessi sono più loquaci e competenti).
Una sostanziosa parte del mio stipendio è già volata in libri e siamo solo al 10 di Aprile, temo per il resto della somma.
Come amo ripetere, se comprassi davvero tutti i libri che m'interessano, vivrei sotto un ponte, coperta proprio dai miei amatissimi volumi.
Ma volete mettere la soddisfazione di avere in mano l'edizione Marsilio in copertina e risvolto interno della Marsilio per Shamela, mai ristampato da allora, così come tutti i libri settecenteschi di Richardson e Fielding nella stessa edizione?
Se volete acquistare Shamela devo mettervi in guardia, perchè è difficilmente reperibile, visto che ne esiste solo l'edizione Marsilio con una prefazione più lunga del vero testo.
Per Pamela, invece, non lasciatevi scoraggiare dalle dimensioni, con perseveranza (e una purga) si può arrivare in fondo.
Nel frattempo mi consolo col mio L'arciere di Azincourt che si è rivelato un ottimo acquisto.
Magazine Cultura
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