La società per azioni Lgh fa politica più dei Comuni che ne partecipano le quote. Aem potrebbe fatturare al comune di cremona tutti i casi di morosità, mettendo in difficoltà l’amministrazione. Non solo. Lgh risponde ad altre strategie, ha piani espansionistici, vuole investire, forse allearsi con A2A o la società di Verona e Vicenza, rincorrendo un vecchio progetto mai seppellito. Dipenderà anche dalle elezioni amministrative. Finora il comune di Cremona ha potuto far poco. Guarda caso la differenziata è solo al 50% circa. E solo ora, dopo la risoluzione del parlamento europeo, si pensa a afre a meno dell’inceneritore. A meno, non troppo. Ne resteranno pochi, si evolveranno, sbocceranno nuovi affari forse nel settore dei rifiuti speciali.
Ancora tre anni di inceneritore e fumi al prezzo, forse, di quattro milioni di euro per il risanamento della linea uno. L’assessore all’ambiente Francesco Bordi sta per spedire alle associazioni ambientaliste e ai componenti politici del tavolo provinciale per la gestione dei rifiuti, oltre alla convocazione della prossima riunione, le linee guida, compresa l’attesa l’indicazione di spegnimento dell’impianto di località San Rocco. Null’altro che un’indicazione da discutere insieme per una decisione possibilmente unitaria. Tempi tecnici. E Francesco Bordi è d’accordo con il Pd, che aveva proposto fra gli emendamenti al documento propositivo dello stesso Bordi uno spegnimento graduale in tre anni. Incombono però le prescrizioni che Aem-Lgh deve rispettare già da un anno, dopo l’ultima autorizzazione integrata ambientale ricevuta dalla Regione. Il fatto è che la linea uno, quella più vecchia, sfora le soglie d’emissione di sostanze nocive come l’ossido di azoto. Per risanarla i costi sono elevati.
Il Pd non è entrato nel merito di questo spinoso problema; la consigliera comunale Alessia Manfredini ci ricorda che sono ipotesi da valutare, e che semmai si potrebbe tenere la seconda linea, più nuova e con meno problemi, senza risanare la prima. Inoltre non è mai stato dichiarata con precisione l’entità della spesa: quattro milioni è il dato più ricorrente,
ma c’è chi indica un importo maggiore. Importante per il Pd è costringere l’Aem a progettare l’alternativa alla combustione. Lo stesso Bordi per anni è stato poco ascoltato dalla stessa giunta di cui fa parte. Così Cremona, dopo tante lotte, potrebbe giungere a una soluzione progettata solo nell’ultimo anno d’amministrazione.
L’assessore ha considerato altri casi: tre anni non sono un’eccezione cremonese. Toccherà poi alla Regione, dopo la delibera di dicembre, emettere il piano che spegnerà diversi termovalorizzatori. La commissione regionale per l’Ambiente lavora senza lacerazioni e con efficacia: anche i 5 stelle collaborano, Bordi elogia
il lavoro svolto e attende con fiducia che la Regione prosegua superando le differenze politiche, come a Cremona. Il tavolo provinciale dunque discuterà le linee guida e il modo di rafforzare la differenziata in città, dove il dato è troppo basso, poi sarà il consiglio comunale ad approvare o meno i risultati del confronto provinciale con le associazioni ambientaliste. Da parte delle quali giungono, sulle prime, reazioni decisamente critiche: l’alternativa alla combustione infatti rallenta. E sui cittadini grava la possibilità di una spesa pubblica e di un’attività insalubre che non lascia tranquilli molti cittadini.