di Krzysztof Kieslowski
con Juliette Binoche, Emanuelle Riva
Francia, Polonia
genere, drammatico
durata, 95
Quando, nel 1993, Krzysztof Kieslowski si presenta a Venezia con "Film
Blu", è un regista famoso, con la sorpresa suscitata dal "Decalogo",
sostituita da un consenso in forte aumento. Un plauso, che però non
restringe gli orizzonti del suo sguardo. "Film Blu" è infatti la prima
parte di una trilogia che prende spunto dai colori della bandiera
francese, con gli ideali di "Libertè, Egalitè, Fraternitè",
rappresentati da altrettanti film. Un filo rosso, che il regista polacco
utilizza come punto di partenza di una prospettiva che si apre alla
complessità dell'esistenza umana. "Film Blu" ne è la riprova, con il
lutto di Julie, sopravissuta all'incidente stradale in cui sono morti il
marito e la figlioletta, che si trasforma nel percorso di liberazione
dal dolore di quella perdita ma anche nella possibile scoperta delle
"vite degli altri".
Alle prese con un pubblico europeo e mondiale, il
cinema di Kieslowski si mostra più malleabile dal punto di vista
formale, con una confezione asciutta ed elegante, affidata alla musica
di Z. Preisner, e alla riconoscibilità di un'attrice, Juliette Binoche,
incaricata di rappresentare il caleidoscopio emotivo del viaggio
esistenziale. A rimanere inalterata è la ricerca di senso, che il
regista propizia con una mistica del quotidiano rivolta all'ineffabile.
Capolavoro. (pubblicato su ondacinema/speciale I leoni d'oro di ondacinema)





