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trecentosessantacinque giorni qui*

Creato il 12 febbraio 2013 da Nena
trecentosessantacinque giorni qui* so che questa notizia sposterà di poco le sorti della vostra giornata, ma oggi per me è un anniversario importante: esattamente un anno fa iniziavo l'avventura-mansarda. una casa che è diventata una vera tana ― come l’ha ribattezzata quel meraviglioso, piccolo ometto che è mio nipote giacomo ― e che mi ha svegliata dal flashback del ritorno a casa dei miei genitori dopo due anni e mezzo passati fuori. che mi ha accolta tutte le sere dopo giornate , o bleah.
che ha virtualmente assaggiato ogni esperimento uscito dal mio forno, impregnandosi ogni volta di profumi dolci (e infatti le mie pareti sono diventate un po’ come la carta da parati di willy wonka, se le leccate in vari punti sanno di vaniglia, mele e cioccolato). che è stata teatro di cene non proprio gourmet, in compagnia di una scatoletta di tonno e di csi las vegas, e fortunatamente anche di cene deliziose, in compagnia di commensali decisamente più vivi. che mi ha ascoltata ridere, piangere, incazzarmi, parlare da sola, provare discorsi mai fatti e cantare mentre faccio le pulizie (quando fingo di essere una rockstar inglese davanti al pubblico di glastonbury con il lisoform bagno al posto del microfono. indubbiamente stilosa).
che mi ha fatto sfiorare la blasfemia, cercando di uccidermi più e più volte con scontri letali mia testa/suoi ribassamenti e miei fianchi/suoi spigoli. che mi ha assolta per i piatti non lavati, la polvere fatta soffiando sulle mensole, le piante uccise, il (raro!) disordine, le stampe che non ho ancora appeso e tutti i week end in cui l’ho lasciata sola, tornando dalla mia famiglia. che ha fatto da sfondo a idee, nottate, progetti, discussioni e chiacchierate, anche via skype. che mi ha vista farmi bella, provare vestiti, provare ballerine, provare tacchi, provare trucchi, cambiare tagli di capelli.
che mi ha sopportata anche in tuta, con i capelli sparati, la faccia color verdino-influenza, la mobilità di una talpa nel suo letto e l'essenziale a meno di mezzo metro (proprio come oggi, vedere foto). insomma cara mansardina, senza farlo apposta, non c'era giornata migliore di questa, per ammalarmi e restare chiusa quicon te
per concludere, non so dirvi se quel everything will be ok in the end. and if it’s not ok, it’s not the end di cui parlavo trecentosessantacinque giorni fa sia arrivato o no, però una cosa l'ho capita: il the end delle favole, la fine che in un certo senso ti fa rassegnare, fermare, chiudere e accontentare, in realtà non arriva mai; e dopotutto, il bello della vita non è forse anche questo?
(*)qui è come dire o : in 30 metri quadri le distanze sono molto relative.

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