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Trekking sotto il Monte Pelmo

Da Tiz

Pelmo7Con il caldo di luglio la montagna esercita su di noi un’attrazione ancora più forte… così, in questo periodo di grandi impegni e grandi cambiamenti abbiamo deciso di prenderci una giornata per un’escursione in famiglia. Siamo partiti noi sei con mia mamma e mio papà, il vero esperto di montagna.

Abbiamo scelto un sentiero che viene considerato semplice, un’ora e mezza di percorrenza, 250 metri di dislivello. Dal Passo Staulanza al Rifugio Città di Fiume. Ecco come ci siamo organizzati e come è andata.

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Abbiamo viaggiato leggeri: due zaini non troppo pesanti con il cambio (completo per i piccoli, doppio per Samuel, una maglietta per i grandi), viveri, acqua, macchina fotografica. E, ovviamente, un mei tai di riserva e la pouch sling. Febe aveva il suo zainetto contenente il suo cambio e quelli di Samuel, Andrea uno zaino mentre Tabita e Luca si sono alternati nel portare l’altro. Io avevo Samuel nel mei tai. Con i suoi 10 kg era il carico più pesante.

Allo Staulanza (1663 m slm) abbiamo parcheggiato la macchina e imboccato il sentiero 472. Il primo tratto è duro, molto duro. Si arranca in salita, ma i bambini sono partiti pieni di entusiasmo e l’hanno fatta senza nemmeno accorgersene! I grandi tenevano per mano Febe e intanto gareggiavano a chi vedeva per primo più segnali di sentiero.

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Poi la camminata procede nel sottobosco, il sentiero è comodo, ombreggiato, ci si può rilassare e godersi il fresco.

Fino all’arrivo ai ghiaioni. Usciti dal bosco la vista è mozzafiato: sulla destra il bianco della ghiaia, sulla sinistra un paesaggio che Luca ha definito “da Signore degli Anelli”! Non si può non fermarsi per qualche minuto in contemplazione.

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I ghiaioni  mi spaventavano, non amo la ghiaia, le mie caviglie soprattutto non la amano molto… i miei scarponi si sono frantumati durante uno degli ultimi utilizzi ed ero partita con le Blundstone comprate a Sidney 15 anni fa! Invece il sentiero si snoda tranquillo e non presenta grosse difficoltà e anche questo tratto è risultato piacevole e rilassante.

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Solo verso la fine si incontrano parecchi massi e per Febe non è stato facile, nemmeno con l’aiuto del nonno. Dopo una caduta e più di un’ora e un quarto di cammino ha chiesto di essere trasportata.

Lo zaino di Andrea è passato a Tabita e Febe ha fatto l’ultima mezz’ora di cammino nel suo amato mei tai. Il percorso è stato di nuovo piacevole, si alternano tratti di sottobosco a tratti aperti e solo alla fine ci si trova ad affrontare un tratto duro di salita. Più facile di quella iniziale, a detta di mio papà, molto più difficile secondo me. Probabilmente ha ragione lui, ma la stanchezza, la fame e il caldo (ormai erano passate le 13) hanno falsato le sensazioni.

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L’arrivo è, come sempre in montagna, fonte di soddisfazione! Ce l’abbiamo fatta! Febe è subito scesa dal mei tai per correre a vedere le mucche, intanto noi abbiamno preparato panini e frutta, steso al sole magliette e mei tai ad asciugare, Samuel, che verso la fine stava per addormentarsi ha iniziato a gattonare felice tra l’erba.

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Dopo pranzo ci siamo goduti la frescura del posto, i bambini hanno giocato, il mei tai ha fatto da copertina per sdraiarsi al sole…

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Dopo un caffè preso al rifugio Città di Fiume (1918 m slm) e dopo aver raccolto l’acqua al torrente (che in teoria non è potabile, ma…) abbiamo preso la via del ritorno.

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I tratti difficili all’andata non lo sono stati al ritorno, le salite non erano così ripide da diventare pericolose in discesa. Tabita e il nonno davanti, Andrea che accompagnava Febe e Luca che accompagnava la nonna in coda, io nel mezzo tra i due gruppi, con Samuel sulla schiena che si è addormentato mi sono goduta il silenzio e la quiete della montagna.

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Febe ha fatto tutto il ritorno a piedi; arrivata in fondo mi è venuta incontro: “Mamma, sono stanca, voglio andare a casa a dormire!”. Tabita e Luca soddisfatti, noi grandi stanchi ma appagati. Un’esperienza molto bella, da ripetere. Un sentiero consigliato che, grazie anche alla sua varietà non annoia nemmeno i bambini.

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