Trenitalia è il male – sei

Creato il 11 novembre 2013 da Gaia

[È uscito il nuovo bilancio mensile della popolazione italiana: secondo l'Istat nei soli primi cinque mesi di quest'anno l'immigrazione in Italia ha provocato un aumento netto della popolazione di centoquarantaquattro mila individui. Non c'è lavoro, non si trovano i soldi per niente di quello che serve, non riusciamo a risolvere i problemi che abbiamo, l'ambiente è al collasso: come possiamo accogliere tutte queste persone? Perché nessuno lo dice? Perché la sinistra ambientalista è così maledettamente ottusa e ipocrita?? Fosse anche solo una questione di porre fine allo sfruttamento dei paesi poveri, come possiamo farlo quando un continuo influsso di persone aumenta giorno dopo giorno i nostri bisogni materiali?? Come può un'economia decrescere quando la popolazione continua a crescere??]

Comunque, oggi volevo parlare ancora di Trenitalia.

Quando io scrivo che “Trenitalia è il male”, non è solo un modo di dire. Io sono veramente convinta che Trenitalia sia amministrata in maniera diabolica. Avete presente come viene descritto Satana in secoli di tradizione cristiana? È subdolo, dispettoso, seducente. È bugiardo. Proprio come Trenitalia.

Trenitalia vuole che tu prenda i treni più costosi e veloci, quelli su cui ha puntato tutto, quelli per cui fa pubblicità luccicanti, quelli per cui ha sacrificato tutto il resto. Vuole che tu li usi. Però non può costringerti. Allora cerca di convincerti in altri modi, di blandirti, di mentirti. Te li fa proporre a insistentemente da chi ti vende un biglietto. Nel suo sito, quando cerchi un orario, ti propone solo le Frecce: se vuoi altre scelte devi essere tu a cliccare sull’opzione “tutti i treni”. E anche così non ti dà le opzioni con solo i regionali. Devi chiedere “tutte le soluzioni”, e allora forse i regionali te li mette, ma non ti dice quanto costano (molto ma molto meno) e non ti fa comprare il biglietto. E ti fa pure i dispetti: devi scrivere le stazioni come vuole lei, ogni tanto te le suggerisce pure sbagliate.

Se tu vuoi spendere di meno, se vuoi essere virtuoso, devi aggirare gli ostacoli, scoprire le astuzie, non cadere nelle trappole. Devi avere volontà e virtù. Altrimenti il malefico ti intrappola e ti costringe a spendere uno stipendio per prendere uno di quegli infernali treni ad alta velocità che poi non sono veramente più veloci. Certo, coprono in tempo breve i tragitti tra le città più grandi – a costo di costruire stazioni sotterranee, come quella di Bologna, che scendono veramente nelle viscere della Terra, spaccando le case in superficie e terrorizzando chi ci abita. Ma il fatto è che l’Italia non è fatta di metropoli isolate: è fatta di piccoli comuni, centri medi, paesini a pochi chilometri l’uno dall’altro. Questi sono serviti solo da treni regionali fatiscenti, spesso cancellati, oppure in ritardo, sovraffollati, infernali anche nelle temperature: pare che il riscaldamento e l’aria condizionata abbiano soltanto due opzioni: acceso e spento. Che sia estate o inverno, puoi scegliere tra il gelo e il caldo soffocante, proprio come nei gironi danteschi.

Una volta non era così. Era meglio. Il treno era una cosa per tutti.

La grande bugia dell’alta velocità è che abbia reso gli spostamenti più veloci. Salvo pochi manager che scorrazzano da Roma a Milano più in fretta, tutti gli altri sono condannati a viaggi di fatto più lunghi, spezzettati e frustranti, perché hanno tolto gli economici, tutto sommato comodi Intercity – più rapidi pur se a velocità minori, perché non ti costringevano a scendere e cambiare di continuo. Quando prima potevi salire a Udine e scendere in fondo all’Italia senza neanche un cambio, ora devi cambiare in continuazione, caricare e scaricare, fermarti, aspettare in stazioni sempre più privatizzate e meno accoglienti, senza fontanelle perché gli zingari rubavano l’acqua, senza panchine perché ci si sedevano i barboni, con sale d’aspetto fredde e fetide, coi bagni a pagamento e i tornelli: posti ostili per il viaggiatore e ostentatamente elitari.

E intanto i treni regionali, pigiando le persone in prossimità insostenibili, snervandole con continui imprevisti, riempiendosi di neve e di sporcizia, creano una frustrazione e un malumore che rende tutti più cattivi. Le macchinette non funzionano, le bici non si sa dove metterle, i controllori non ti aiutano… è, per l’appunto, un inferno. E provate a cercare i dirigenti di Trenitalia per protestare, a chiedere un servizio migliore: sfuggono, mentono, non si fanno trovare.

Ma cosa propone Moretti per risolvere i problemi dei pendolari, cornuti e mazziati a causa del massiccio disinvestimento nei treni locali a vantaggio dell’alta velocità, vittime di infiniti disservizi? Far pagare di più i treni nelle ore di punta. L’ho letto sul Gazzettino dell’otto novembre. Così la gente si leva di testa il capriccio di andare a lavorare alla stessa ora degli altri.

Ci sono scritte altre due cose in quell’articolo. Una è che i treni non si possono “regalare” (??), quindi Moretti non vuole sentire proteste contro i tagli degli Intercity. C’è proprio questo, l’equazione Intercity=regalo. Boh. L’altra è che comunque, i conti delle Ferrovie vanno “molto bene”: 278 milioni di utili nel primo semestre del 2013.


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