Due donne, ritenute le responsabili dello sfruttamento, sono state arrestate.
Altre 25 persone sono state denunciate. Le prestazioni offerte dalle ragazze cinesi, una quarantina tutte irregolari, erano sui 50 euro, che potevano arrivare a 100 per rapporti non protetti.
Le indagini sono partite da Rovereto dopo che i carabinieri, fingendosi clienti, hanno scoperto in corso Bettini, nei pressi del museo Mart, un appartamento dove una ragazza cinese offriva quotidianamente prestazioni sessuali.
I clienti, circa 160 quelli individuati in più di un anno di indagini, tutti italiani di ogni età, arrivavano a lei grazie ad annunci su giornali e siti internet. A rispondere al telefono indicato dagli annunci e fissare gli appuntamenti per Rovereto e Genova c'era una quarantenne cinese, residente in provincia di Padova, Liu Xia, con precedenti specifici.
Per le altre case la referente era un'altra cinese, Wang Yangli, di 32 anni, anch'essa già conosciuta dalle forze dell'ordine.
Nel centro di Milano i carabinieri hanno scoperto una casa d'appuntamenti con 10 ragazze, attrezzata con sistemi d'allarme e camere allestite con pc e web-cam, tutte controllate da un server.
Alle ragazze, private dei documenti, era vietato uscire di casa.
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