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Triathlon. Bertrandi, presidente nazionale ora europeo

Creato il 25 aprile 2012 da Sportduepuntozero
Renato Bertrandi

Renato Bertrandi

Quella di Renato Bertrandi a Eilat (Isr) non può che definirsi, e non vorremmo apparire blasfemi, una “missione in Terra Santa perfettamente riuscita”. E’ lui stesso a sottolineare l’importanza del momento che l’ha visto eletto quasi all’unanimità Presidente del Triathlon Europeo e contemporaneamente portare il vessillo azzurro quale già presidente nazionale. Un triathlon tricolore che ha ottenuto grandi successi nell’appuntamento continentale, vedi l’oro e l’argento nella prova junior individuale e l’oro in quella junior di staffetta, nonché il 5° posto nell’Elite maschile individuale: «Un fine settimana da ricordare – sottolinea – quello israeliano, che ha rappresentato un premio a tutto il movimento del triathlon azzurro. La mia elezione è l’espressione della credibilità dello stesso e mi fa un enorme piacere non solo in chiave personale. Stiamo crescendo, sotto tutti i punti di vista e i risultati di Eilat lo confermano. Così quelli colti nella prova giapponese di World Cup, con Uccellari 2° e quasi pronto a staccare un biglietto per Londra. Sarebbe il secondo nostro rappresentante a livello maschile. L’obiettivo, ora, è portare proprio due nostri rappresentanti ai Giochi, sia a livello maschile che femminile, con Alice Betto in buona posizione per riuscirci. Saranno determinanti in tale ottica le prossime prove ad Acapulco e San Diego». Renato Bertrandi, classe 1949, è un torinese purosangue, anche se i suoi natali (nella casa di campagna) fanno riferimento a Sommariva Bosco (Cn). Fino allo scorso anno Amministratore Delegato della Pininfarina, dal 2010 è presidente FITRI, dopo essere stato per 10 stagioni presidente del Torino Triathlon: «Sono succeduto alla guida della società torinese a Pierangelo Biglia, un grande uomo e un grande appassionato di questo sport, di cui sono stato vicepresidente dal 1994. Nel 2010 ho rinunciato per incompatibilità di cariche».
Presidente e grande atleta, Renato Bertrandi, a tutto tondo. Tennis (ex C1 e vincitore tra gli altri tornei della prestigiosa “Racchetta d’oro”), sci, poi golf, per 12 anni intensi, quindi la scoperta del triathlon: «Capitò che alcuni amici mi proposero questa nuova disciplina, così diversa dalle altre. Mi feci attrarre dalla novità e fu subito un colpo di fulmine. Diventò una sana mania perché ti entra letteralmente dentro. Cogliere il risultato attraverso la scoperta dei valori, di se stessi, della sofferenza è quanto a mio parere di più bello possa offrire lo sport». Nella carriera agonistica di Renato Bertrandi figurano oltre 200 gare, tra cui 7 Ironman e diversi “lunghi”. Come pianifica, oggi, le sue uscite agonistiche?: «La premessa è che mi alleno tutti i giorni, ripetendo un qualcosa che faccio da anni. Anche quand’ero impegnato all’estero per lavoro non mancavo mai di portare con me gli attrezzi del mestiere e curavo quasi in modo maniacale il dettaglio. Oggi mi risulta un po’ più difficile gareggiare poiché devo conciliare le presenze con le cariche che ricopro. Avevo per esempio messo in calendario la partecipazione al triathlon di Andora del 6 maggio prossimo ma un Consiglio Federale a Roma me la impedirà. Così come speravo di essere al via negli Europei di Eilat ma non ho potuto farlo perché impegnato nella candidatura. Non mancheranno in stagione le mie uscite, in specie all’estero». Un’elezione, quella a presidente europeo, che apre nuovi scenari al movimento azzurro: «Importante anche in chiave organizzativa e considerando che l’Italia è già al top in Europa in questo settore. Il futuro sarà sempre più legato alla spettacolarizzazione del nostro sport. E’ la formula per attrarre maggior pubblico e far parlare maggiormente di noi i media. Stiamo pensando a gara più corte (le staffette insegnano) a quadrangolari o incontri similari tra nazioni, una sorta di Coppa Uefa del Triathlon. E’ questa la strada per crescere ancora, sfruttando il fatto che non abbiamo particolari vincoli con la tradizione essendo il nostro uno sport giovane nato poco più di 30 anni fa in America e gradualmente esportato nel continente europeo». Idee, passione e competenza, queste le armi del torinese Renato Bertrandi, nato per stupire e vivere con lo sport in primo piano.  

di Roberto Bertellino


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