Le piante in fitoterapia
Chi si rivolge ai ritrovati fitoterapici, spesso ha la convinzione che questi non possano fare né male né bene. Ovvero, si pensa che, a differenza dei farmaci tradizionali, un medicinale confezionato a base di piante, o estratti naturali, non abbia mai effetti collaterali. Questo non è sempre vero, perché l'assunzione sbagliata di un principio erboristico potrebbe risultare anche nociva per la salute. Per questo, è molto importante conoscere bene le piante, le loro virtù, e soprattutto non prestare orecchio a voci poco autorevoli, ma fidarsi sempre e solo dei risultati di approfonditi studi scientifici. Ad esempio, una pianta che è usata fin dall'antichità dalla scienza erboristica si chiama tribulus terrestris, ma negli ultimi anni le sue proprietà sono state fraintese, e gli integratori a base di tribulus terrestris sono stati assunti in modo sconsiderato.
Il tribulus terrestris
Il tribulus terrestris è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Zygophyllaceae; viene chiamata anche con il nome comune di vite puntura o caciarello, ed era diffusa inizialmente in Asia e in India, ma al giorno d'oggi si può trovare facilmente anche in Europa e in America. In Italia ormai è comunissima; cresce prevalentemente lungo le spiagge, o in luoghi sassosi. Infatti, non è inusuale vederla costeggiare le strade sterrate della ferrovia. Il tribulus terrestris deve il suo nome al fatto che i boccioli dei suoi fiori, quando sono chiusi, sembrano dei triboli, che erano delle armi a quattro punte usate in guerra dagli antichi romani. Il tribulus terrestris è un cespuglio che raggiunge al massimo il metro di altezza, e produce delle piccole infiorescenze gialle. In America del Nord viene considerata una pianta infestante, e di conseguenza viene rimossa.
Le proprietà fitoterapiche del tribulus terrestris
Le proprietà del tribulus terrestris sono conosciute fin dall'antichità. In India in particolar modo, ma anche nell'antica Grecia, e in Cina, si usavano gli estratti di questa pianta nella medicina tradizionale. Del tribulus terrestris vengono lavorate tanto le foglie, quanto i fiori, che le radici. L'estratto di tribulus terrestris veniva usato per diminuire il gonfiore intestinale, per alleviare i sintomi di problemi epatici e di malattie cardiovascolari. Inoltre, veniva impiegato anche nel trattamento di patologie legate all'impotenza e al calo di virilità. Infatti, si è accertato anche in epoca moderna, a seguito di studi scientifici, che l'estratto di questa pianta ha come principale effetto quello di stimolare la produzione di ormoni maschili e femminili, ma soprattutto di androgeni. Per questo in passato era usata come afrodisiaco, e stimolante per l'attività sessuale.
Tribulus terresteris: Gli integratori a base di tribulus terrestris
L'effetto afrodisiaco del tribulus terrestris, in tempi moderni, è stato verificato su cavie da laboratorio. Infatti, si è notato come la somministrazione degli estratti di questa pianta aiutino ad incrementare l'attività riproduttiva dei topi, poiché favorisce l'afflusso di sangue nelle zone cavernose degli organi sessuali maschili. Negli anni novanta, però, la capacità del tribulus terrestris di aumentare la produzione di ormoni, come il testosterone, è stata pubblicizzata in modo erroneo. Sono stati messi in commercio degli integratori per chi pratica palestra e soprattutto body building, promettendo risultati miracolosi. In realtà, l'effetto ormonale della pianta è piuttosto blando, ed efficace solo in chi soffre di carenze. Il tribulus terrestris invece può essere usato per rinforzare il sistema immunitario; bisogna però sempre fare attenzione ai possibili effetti collaterali.