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Tribunale di Lamezia Terme: no alle macabre esposizioni del museo di Lombroso

Creato il 06 ottobre 2012 da Ilazzaro @Ilazzaro

Tribunale di Lamezia Terme: no alle macabre esposizioni del museo di Lombroso

Una sentenza storica quella di ieri. Una sentenza storica del Tribunale di Lamezia Terme.

Una vittoria fondamentale del comitato No Lombroso e di tutti coloro che da anni si battono pechè venga chiuso il museo degli orrori di Cesare Lombroso. Perchè trovino pace, e non siano soggetti al pubblico ludibrio ed alla pruriginosa curiosità, i resti di contadini meridionali sezionati ed oggetto di esperimenti privi di alcuna valenza scientifica.

I resti del contadino Giuseppe Vilella, calabrese di Motta S. Lucia, esibito come falsa prova lombrosiana dell'esistenza del delinquente atavico, dovranno essere restituiti alla famiglia ed essere sepolti a spese dello stato.

Possa essere questo il primo passo di una presa di coscienza collettiva contro teorie fondative di azioni chiaramente xenofobe e razziste, prive di alcun risvolto scientifico.

Ricordiamo che molti contadini meridionali e legittimisti borbonici, infamati col marchio di Briganti, furono uccisi (dal macellaio Cialdini) e vivisezionati per provare le teorie lombrosiane.

Il dispositivo della sentenza:

 il Tribunale, sul ricorso ex art.702 c.p.c. definitivamente pronunciando, così dispone: 1) accoglie l'eccezione di difetto di legittimazione passiva del Comune di Torino e del MIUR; 2) Nel merito accoglie la domanda e , per l'effetto, condanna l'Università degli studi di Torino alla restituzione al Comune di Motta S. Lucia del cranio di Giuseppe Villella detenuto nel museo di antropologia criminale "Cesare Lombroso", sito a Torino, presso il Palazzo degli Istituti Anatomici, nonchè al pagamento delle spese di trasporto e di tumulazione; 3) Condanna, altresì, l'Università degli Studi di Torino al pagamento in favore del Comune di Motta S. Lucia ricorrente, e del Comitato Scientifico No Lombroso interveniente, delle spese e competenze del presente giudizio, con distrazione ex art.93 c.p.c. per il primo, che si liquidano in € 2.500,00, cadauno di cui € 1.000,00 pe rdiritti ed € 1.500,00 per onorari di causa, oltre al contributo unificato versato, IVA, CPA e rimborso forfettario spese come per legge

Così ha commentato la notizia Pino Aprile dal suo profilo Facebook: è importante che dei resti umani abbiano degna sepoltura, e non siano esposti alla curiosità del pubblico, persino a scopo denigratorio (“ecco come sono fatti i delinquenti nati”!). Importante è che chi si occupa, a qualsiasi titolo, della storia, della gente del sud, sappia che deve farlo con l'attenzione, il rispetto che si devono a chiunque.


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