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Tributo dovuto alVen. Don Giuseppe Tomaselli(Continuazion...

Da Eleonoraely
Tributo dovuto alVen. Don Giuseppe Tomaselli(Continuazion...

Tributo dovuto al

Ven. Don Giuseppe Tomaselli
(Continuazione )
Tributo dovuto alVen. Don Giuseppe Tomaselli(Continuazion...
Sacerdote Salesiano Esorcista, Mistico nato a Biancavilla e morto a Messina in concetto di santità la notte tra l’8 e il 9 maggio 1989. Istituì l'Associazione delle"Piccole Ostie "  Anime Riparatrici...(E' stato il mio primo padre spirituale. A Lui va tutto  l'affetto e la riconoscenza per il bene che ha fatto alla mia anima.  Nella santità di Uomo di Dio, portò l'Associazione da Lui fondata nel mio paese, affidandola all'anima santa della signorina Maria Mollica,terziaria carmelitana scalza,alla quale va il mio ricordo rispettoso e devoto, di Lei fui fidata fedele Amica, e  sostenitrice delle"PiccoleOstie". Don Tomaselli non amava le sdolcinature ma la tenerezza. Il suo parlare era aut aut. Non concedeva sconti alla Verità, e non girava attorno al problema ma lo affrontava col coraggio di chi vive solo per Iddio. Il "Decalogo" era scolpito nel Suo cuore magnanimo e buono. Tutte le creature per Lui avevano lo stesso valore. I titolati, i diseredati e gli esclusi erano amati e accolti alla stessa maniera. Patì infinite persecuzioni e incomprensioni...Io sono una testimone oculare. Voglio ricordarLo e farLo conoscere per mezzo dei suoi scritti).    Ti voglio bene Padre! Proteggimi!Tributo dovuto alVen. Don Giuseppe Tomaselli(Continuazion...Tributo dovuto alVen. Don Giuseppe Tomaselli(Continuazion...
I Morti Risorgerannodi Don Giuseppe Tomaselli(continuazione)

LA RISPOSTA AI SADDUCEI
Gli Ebrei erano a conoscenza della risurrezione dei morti. Però non tutti l'ammettevano; infatti tra i dotti si formarono due correnti o partiti: Farisei e Sadducei. I primi ammettevano la risurrezione, i secondi la negavano.
Venne Gesù Cristo nel mondo, iniziò la vita pubblica con la predicazione e fra le tante verità insegnava essere cosa certa che i morti avranno da risuscitare.
Si riaccese allora la questione più viva che mai, fra Farisei e Sadducei. Questi ultimi però non volevano cedere e cercavano argomenti da contrapporre a quanto Gesù Cristo insegnava in proposito. Credettero un giorno di aver trovato un argomento molto forte e lo proposero pubblicamente al Divin Redentore.
Gesù era tra i suoi discepoli e tra la moltitudine che lo accalcava. Si fecero avanti alcuni dei Sadducei e lo interrogarono: Maestro, Mosè ci lasciò scritto: Se il fratello di qualcuno morrà essendo ammogliato e non avrà figli, il fratello sposi la moglie di lui e susciti il seme di suo fratello. Adunque ci furono sette fratelli; il primo prese moglie e morì senza figli. Il secondo sposò la donna ed anche egli morì senza figli. Allora la sposò il terzo e similmente in seguito la sposarono tutti e sette i fratelli, i quali morirono senza lasciare figli. In ultimo morì anche la donna. Nella risurrezione dei morti questa donna di chi dovrà essere moglie, avendola avuta tutti e sette?
Pensavano i Sadducei di chiudere la bocca a Gesù Cristo, somma sapienza, e di sfatarlo davanti al popolo. Ma si sbagliarono!
Con calma Gesù rispose: Voi v'ingannate, perchè non conoscete le Sacre Scritture e neanche la potenza di Dio! I figli di questo secolo si sposano e si maritano; nella risurrezione dei morti non ci saranno né mariti né mogli; né in seguito potranno più morire, infatti saranno come gli Angeli e saranno figli di Dio, essendo figli della risurrezione. Che i morti risorgeranno, lo dichiara anche Mosè trovandosi presso il roveto ardente, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe. Non è dunque il Dio dei morti, ma dei vivi, poiché tutti vivono per Lui.
Udendo tale risposta, alcuni degli Scribi dissero: Maestro, hai eletto bene! Il popolo intanto rimaneva estasiato davanti alla dottrina sublime del Messia.
GESU' RISUSCITA I MORTI
Gesù Cristo provava la sua dottrina con i miracoli. Egli, essendo Dio, poteva comandare al mare e al vento e farsi ubbidire; nelle sue mani si moltiplicavano i pani ed i pesci; ad un suo cenno l'acqua diventava vino, i lebbrosi guarivano, i ciechi riacquistavano la vista, i sordi l'udito, i muti la loquela, gli zoppi si raddrizzavano ed i demoni uscivano dagli ossessi.
Davanti a questi prodigi, operati continuamente, il popolo restava avvinto a Gesù ed ovunque per la Palestina si esclamava: Mai si son viste tali cose!
Ad ogni nuovo miracolo, una nuova meraviglia della folla. Quando però Gesù risuscitava qualche morto, lo stupore dei presenti arrivava al colmo.
Risuscitare un morto... vedere un cadavere, freddo, in via di putrefazione, dentro la bara oppure disteso sul letto... e subito dopo, ad un cenno del Cristo vederlo muovere, alzarsi, camminare... quanto stupore non doveva destare!
Gesù risuscitava i morti per dimostrare che era Dio, padrone della vita e della morte; ma voleva anche provare in tal modo essere. possibile la risurrezione dei corpi alla fine del mondo. Era questa la migliore risposta alle difficoltà che mettevano avanti i Sadducei.
I morti da Gesù Cristo chiamati alla vita furono molti; però gli Evangelisti ci tramandarono solamente le circostanze di tre defunti risuscitati. Non è superfluo riportare qui la narrazione.
LA FIGLIA DI GIAIRO

Il Redentore Gesù era disceso dalla barca; la gente, appena lo vide, corse a Lui. Mentre era ancora vicino al mare, si fece innanzi un tale di nome Giairo, Arcisinagogo. Era un padre di famiglia, molto addolorato perché la figliuola di dodici anni stava per morire. Che cosa non avrebbe fatto per salvarla!?... Avendo visto inutili i mezzi umani, pensò di rivolgersi a Gesù, l'operatore di prodigi. Dunque l'Arcisinagogo, senza rispetto umano, si gettò ai piedi di Gesù con le lacrime agli occhi e disse: O Gesù Nazareno, la mia figliuola è in agonia! Vieni subito a casa, imponi su di essa la tua mano affinché sia salva e viva!
Il Messia esaudì la preghiera del padre e si avvio alla casa di lui. La moltitudine che era grande, lo seguiva. Lungo il cammino, la veste di Gesù fu toccata con fede da una donna che da dodici anni soffriva perdita di sangue. Sull'istante fu risanata. Gesù dopo le disse: O figlia, la tua fede ti ha salvata; va' in pace!
Mentre diceva questo, ecco venire alcuni dalla casa dell'Arcisinagogo annunziando la morte della fanciulla. - E' inutile che tu, o Giairo, disturbi il Divin Maestro! La tua figliuola è morta!
Il povero padre era in preda al dolore; ma Gesù lo confortò dicendo: -Non aver paura; soltanto abbi fede! - intendendo dire: Per me è la stessa cosa il far guarire da una malattia o il richiamare in vita un morto!
Il Signore si staccò dalla folla e dai discepoli e volle che lo seguissero soltanto i tre Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni.
Giunti all'abitazione di Giairo, Gesù vide molte persone che piangevano. - Perché piangete? - disse loro. La fanciulla non è morta, ma dorme!
I parenti e gli amici, che di già avevano contemplato il cadavere, a sentire queste parole, lo presero per pazzo. Gesù diede ordine che tutti restassero fuori e volle con sè nella camera della defunta il padre, la madre ed i tre Apostoli.
Realmente la fanciulla era morta. Per il Signore il richiamare in vita era facile come per noi svegliare uno che dorme. Gesù infatti, avvicinatosi al cadavere, ne prese la mano e disse: -Talitha cum!!-  cioè, fanciulla, te lo dico io, alzati!  A queste divine parole l'anima ritornò nel cadavere e la  fanciulla poté alzarsi e camminare per la stanza.
I presenti furono presi da grande stupore, e dapprima neanche volevano credere ai propri occhi; ma Gesù li rassicurò e affinché si convincessero meglio, ordinò che si desse da mangiare alla fanciulla.
Quel corpo, pochi istanti prima freddo cadavere, era divenuto vegeto e poteva compiere le sue ordinarie funzioni.
IL FIGLIO DELLA VEDOVA
Si portava a seppellire un giovanetto; era figlio unico di madre vedova. Il corteo funebre era giunto alla porta della città di Naim. Il pianto della madre toccava il cuore di tutti. Povera donna! Aveva perduto ogni bene con la morte dell'unico figlio; era rimasta sola al mondo!
In quel momento faceva il suo ingresso a Naim il buon Gesù, seguito al solito da una grande folla. Il Cuore Divino non restò insensibile alle grida della madre: Avvicinatosi: Donna, le disse, non piangere!
Gesù ordinò ai portatori della bara di fermarsi. Tutti gli occhi si fissarono sul Nazareno e sulla bara, ansiosi di vedere qualche prodigio. Ecco vicini l'autore della vita e la morte. Basta che il Redentore lo voglia e subito la morte cederà la preda. Quella mano onnipotente toccò la bara ed ecco il miracolo.
- Giovinetto, - disse Gesù, -te lo comando io, alzati!-
Le aride membra si scuotono, gli occhi si aprono ed il risuscitato si alza, mettendosi a sedere sulla bara.
- O donna, -avrà soggiunto il Cristo, -te lo avevo detto di non piangere! Eccoti il figlio!-
E' più da immaginare che da descrivere ciò che la madre abbia fatto a vedere il figliuolo tra le braccia! Dice l'Evangelista: A vedere ciò tutti furono pieni di timore e glorificarono Iddio.
LAZZARO DI BETANIA
La terza ed ultima risurrezione che il Vangelo narra nei minimi particolari è quella di Lazzaro; la narrazione è tipica e merita di essere riportata integralmente.
A Betania, villaggio poco distante da Gerusalemme, abitava Lazzaro con le due sorelle, Maria e Marta. Maria era stata pubblica peccatrice; ma pentitasi del male fatto, si era data completamente alla sequela di Gesù; e volle anche offrire a Lui la propria abitazione per ospitarlo. Il Divin Maestro volentieri alloggiava in quella casa, ove trovava tre cuori retti e docili ai suoi insegnamenti: Lazzaro si era ammalato gravemente. Le due sorelle, sapendo che Gesù non era in Giudea; mandarono alcuni per avvisarlo.
- Maestro, - gli dissero, - colui che tu ami, Lazzaro, è gravemente infermo!-
Udendo ciò, Gesù rispose: Questa infermità non è per la morte, ma per la gloria di Dio, affinché per essa sia glorificato il Figlio di Dio. - Tuttavia Egli non andò subito a Betania e si trattenne ancora due giorni nella regioni del Giordano.
Dopo di questo, disse ai suoi discepoli:- Andiamo di nuovo in Giudea... Il nostro amico Lazzaro già dorme; ma vado io a svegliarlo. - 
I discepoli gli osservarono: -Signore, se dorme, certamente sarà in salvo! - 
Gesù però non intendeva parlare del sonno naturale, bensì della morte dell'amico; perciò chiaramente lo disse:- Lazzaro è già morto ed io sono contento di non essermi trovato ivi, affinché voi crediate. Adunque, andiamo da lui!-
Quando Gesù arrivò, da quattro giorni il morto era stato seppellito.
Essendo la famiglia di Lazzaro conosciuta e tenuta in considerazione, sparsasi la notizia della morte, molti Giudei erano andati a trovare le sorelle Marta e Maria per consolarle.
Intanto Gesù era giunto presso il villaggio, ma non vi era entrato. La notizia della sua venuta arrivò subito all'orecchio di Marta, la quale lasciò tutti senza dirne il motivo e corse incontro al Redentore. Maria ignara del fatto, rimase in casa con le persone amiche venute a confortarla.
Marta, visto Gesù, esclamò con le lacrime agli occhi: - O Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!-
 Le rispose Gesù: -Tuo fratello risorgerà nella risurrezione alla fine del mondo! - Soggiunse il Signore: - lo sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche morto, vivrà! E chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?-
- Si, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivo, venuto in questo mondo!
Gesù le disse di andare a chiamare la sorella Maria. Ritornò Marta a casa e disse alla sorella sottovoce: -E' venuto il Divino Maestro e desidera parlarti; è ancora all'ingresso del villaggio-.
Maria, udendo questo, subito si alzò e andò da Gesù. I Giudei, che erano a farle visita, a vedere improvvisamente alzare Maria ed uscire frettolosa da casa, dissero:-  Certamente va al sepolcro del fratello per piangere. Andiamo anche noi con essa!-
Giunta Maria dove era Gesù, a vederlo, si gettò ai suoi piedi, dicendo:-Se tu, o Signore, fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!-
Gesù, come Dio, non poteva commuoversi, perché niente era capace di turbarlo; però come uomo, avendo cioè un corpo ed un'anima come l'abbiamo noi, era suscettibile a commozione. E difatti, a vedere Maria che piangeva ed i Giudei, venuti con lei, pure piangenti, fremette Egli nel suo spirito e si turbò. Allora disse: Dove avete seppellito il morto? - Signore,- gli risposero, -vieni e vedrai!-
Gesù era profondamente commosso e cominciò a piangere. I presenti a questa scena si meravigliarono e dissero: -Si vede che amava assai Lazzaro! - 
Alcuni soggiunsero: -Ma se ha fatto tanti miracoli, non poteva impedire che il suo amico morisse?-
Si giunse al sepolcro, il quale consisteva in una grotta con una pietra all'ingresso.
La commozione di Gesù aumentò; Egli allora disse: -Allontanate la pietra dall'ingresso del sepolcro! -
 -Signore,- esclamò Marta,-il cadavere è in putrefazione e puzza! E' seppellito da quattro giorni! - -Ma non ti ho detto,- replicò Gesù, -che se tu crederai, vedrai la gloria di Dio?-
La pietra fu rimossa; ed ecco apparire Lazzaro, disteso sopra un rialzo, avvolto in un lenzuolo, mani e piedi legati fetore del cadavere era segno evidente che la morte aveva cominciato l'opera sua distruggitrice.
Gesù, rivolti gli occhi in alto, disse:- O Eterno Padre, ti ringrazio che mi hai esaudito! Io lo sapevo che tu sempre mi ascolti; ma ho detto questo per il popolo che mi circonda, affinché creda che mi hai mandato nel mondo!-
Detto questo, con gran voce Gesù gridò: Lazzaro, vieni fuori - Sull'istante il corpo in putrefazione si rianimò. II Signore dopo disse: -Ora scioglietelo e fate che esca dal sepolcro!-
Nel vedere Lazzaro vivo, fu per tutti immensa meraviglia! Quale consolazione per le due sorelle il ritornare a casa col fratello! Quanta riconoscenza verso il Redentore, Autore della vita!
Lazzaro visse ancora molti anni. Dopo l'Ascensione di Gesù Cristo, venne in Europa e fu vescovo di Marsiglia.
(continua)

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