Il mister Eugenio Corini assieme al gruppo a festeggiare la vittoria sull’Inter e la felice conclusione del campionato – FOTO GALETTO / IL NAZIONALE
23 MAGGIO – Il Chievo ha deciso di legarsi ad Eugenio Corini per i prossimi tre anni, “blindandolo” con un contratto fino al 30 giugno 2017. Il “Corini-bis” si conclude, dunque, assai diversamente da come era terminata, l’anno scorso, la prima esperienza del tecnico bresciano sulla panchina gialloblù: alla seconda salvezza consecutiva la dirigenza di via Galvani proprio non se l’è sentita di privarsi ancora una volta del suo condottiero e anzi, lasciando da parte tutte le perplessità emerse negli ultimi tempi, ha deciso addirittura di “sposarsi” con lui per un triennio, dando in là ad una piccola rivoluzione per la società di Luca Campedelli. Non era mai accaduto in precedenza, infatti, che si firmassero accordi così lunghi per la figura dell’allenatore. Si era sempre preferito adottare la soluzione “uno più uno più uno…etc.” oppure al massimo quella del contratto biennale, l’anno scorso, con Giuseppe Sannino (poi esonerato e sostituito proprio con Corini).
Il mister saluta e ringrazia la curva dopo la vittoria sull’Inter – FOTO GALETTO / IL NAZIONALE
Una scelta controcorrente, dunque, e che va senza dubbio incontro alle richieste del “Genio”, che al di là della certezza economica vuole soprattutto avere la possibilità di poter programmare, costruire e crescere insieme alla società in cui ha trovato una famiglia da giocatore e ora da allenatore. Lui e il suo staff ora avranno la possibilità di prendere in mano la squadra – per la prima volta – non da subentrato, ma fin dall’inizio della stagione, influenzando le scelte di mercato e partendo da una precisa idea tattica (il 4-3-1-2 trasformabile in 4-3-3). In questo modo Corini potrà chiedere - e, compatibilmente con le casse del Chievo, ottenere - a Sartori e Nember gli uomini più adatti alle sue idee e provare, al di là dell’emergenza-salvezza che fino ad ora ha sempre dovuto affrontare, a riportare la formazione gialloblù sui livelli già testati in passato all’era Del Neri, ma anche all’epoca del “primo-Pillon” o di Pioli. Insomma, senza doversi porre in alcun modo obiettivi in questo momento poco realistici (si arriva pur sempre da una stagione soffertissima, in cui il Chievo si è comunque salvato più per demeriti altrui che per meriti propri), è giusto pensare che in un triennio il tecnico possa realizzare una crescita costante e progressiva, risalendo le posizioni di classifica e ottenendo salvezze sempre più tranquille, sviluppando al contempo un gioco che riporti i tifosi allo stadio. Una scommessa? E’ presto per dirlo: a essere onesti fino ad ora lo spettacolo con Corini non si è mai visto, così come a dire il vero non lo si era visto negli anni precedenti con Di Carlo. Ma mentre il ciociaro non aveva dalla sua parte nessun alibi (se non quello dei risultati), per Corini le giustificazioni al momento sono fin troppe. Quindi è giusto, come avevamo scritto pochi giorni fa su queste stesse colonne, dargli la chance di provare a plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza. E fra tre anni tireremo le somme.
Ernesto Kieffer
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