Dopo vent’anni dall’ultimo sindaco democratico, la Grande Mela elegge Bill De Blasio, italo-americano, come suo primo cittadino.
Grandi festeggiamenti, fiumi di gente, qualche vip e tantissimi amici di vecchia data hanno colorato le strade di Brooklyn e illuminato il Park Slope Armony la notte tra il 5 e il 6 novembre. La notizia dell’elezione di Bill De Blasio è arrivata nel quartier generale del nuovo sindaco di New York, dove tutti la stavano aspettando con ansia.
E’ la prima volta che la festa si svolge a Brooklyn e non è un caso; il neo primo cittadino è infatti nato e cresciuto al di là dell’isola, ha pochissimo a che fare con il lusso e il glamour di Manhattan, ha una famiglia multietnica- sua moglie è un attivista politica afroamericana ed ex lesbica- ha origini italiane molto umili, vuole aumentare le tasse ai ricchi e dare più garanzie alle categorie sociali più deboli e vuole combattere l’incredibile divario sociale ed economico esistente tra le diverse parti della sua città.
Se il New York Post sin dalla campagna elettorale l’ha simpaticamente rinominato Bill Che De Blasio, per la sua attitudine sinistroide, il cinquantenne gigante italo-americano- è alto circa due metri- sembra aver ben altro da fare che rispondere alle provocazioni; il suo programma di rinnovamento della città consiste in delle iniziative che ridurranno le ingiustizie sociali, le diversità di salari e le differenze ambientali, aumentate notevolmente negli ultimi anni, così da rendere la Grande Mela vivibile per tutti.
Certo gli scettici affermano che sarà veramente difficile attuare questa svolta liberale in una metropoli cosi impegnativa come New York, ma se dopo venti anni di dominio repubblicano, un ragazzotto italo-americano che ha come hobby recitare a memoria i versi di Dante viene eletto sindaco di New York, forse anche un cambiamento così grande è possibile, forse anche gli stessi cittadini chiedono e vogliono un cambiamento.
Bill De Blasio, con la faccia pulita e l’entusiasmo incontenibile –durante i festeggiamenti ha persino ballato con i figli adolescenti- non si è scordato di ringraziare i parenti e gli amici che ha in Italia, a Sant’Agata dei Goti in provincia di Benevento, da dove i suoi nonni 80 anni fa partirono in cerca di fortuna.
I trenta punti che l’hanno separato dal suo rivale repubblicano Jon Lotha fanno intendere che questa vittoria è stata veramente voluta, le aspettative sono alte ed ora tutti gli occhi sono puntati su di lui.
Il sogno americano che per anni ha mosso i nostri concittadini verso il nuovo mondo a volte si avvera, ma forse più che un sogno si tratta di duro lavoro come quello che Bill De Blasio ha fatto per ottenere la fiducia di una città dal giudizio implacabile come New York.
Profilo di Sara Peluso
Ho 23 e vivo a Roma anche se sogno di vedere il mondo. Curiosa come pochi non mi faccio mai i fatti miei. Scrivo di tutto ciò che mi circonda, che mi piaccia o no.
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