Finger food, letteralmente indica il cibo mangiato con le mani ma personalmente rappresenta la mia grande passione in cucina!Il motivo per cui adoro così tanto i finger food è legato al fatto che si mangia di tutto ma in piccole quantità, si può scegliere tra tante piccole godurie gastronomiche saltando da un vol au vent ad una tartina, passando per un canestrello di riso, un piccolo timballo di pasta per poi ritornare alle tartine. Il tutto, chiaramente, mangiato rigorosamente con le mani!Tartine, involtini, cucchiaini ripieni di salse, bicchierini colmi di creme, mignon, crostini, quiche,riso e verdure.Quasi ogni pietanza può diventare finger food, l’importante e rendere tutto piccolo, molto piccolo.La scorsa settimana, al corso del Gambero Rosso che sto frequentando, è stata la volta dei finger food e siccome ne abbiamo preparati davvero tanti non potevo non condividerli con voi! Si mangiano con gli occhi per quanto sono golosi!
Quello che le nostre mamme non avrebbero mai immaginato, è diventata una moda. Non si mangia, ma si “spizzica” a volontà tra piccole pietanze colorate, i bimbi potrebbero definire il finger food il cibo dei puffi o degli gnomi. Tutto in miniatura, porzioni che non fanno star male la nostra coscienza, per così poco… ma appagano certamente la nostra curiosità.La nuova forma di cultura gastronomica, la ricerca del “piccolo” e della “perfezione” fin ai più piccoli dettagli, l’idea di potersi muovere a proprio piacere tra antipasti, primi, secondi, contorni e dolci, ha reso di moda ciò che si è sempre fatto, assaggiare, piluccare e giocare con il cibo.Una volta si pensava che il tatto fosse il senso più "intimo" dell'uomo. Oggi molti scienziati lo ritengono addirittura fondamentale, perché l'unico in grado di percepire gli stimoli meccanici. Il tatto è il primo senso che si sviluppa negli esseri umani. La maggior parte del genere umano, per ragioni pratiche, mangia con le mani. L’uso del cucchiaio e del coltello risalgono alla nascita della civiltà, quello della forchetta è ricollegabile al Medioevo. La cultura di limitare il più possibile il contatto diretto tra mani e cibo venne codifica nel XVI sec. con il galateo. Toccare un alimento ci ricollega al nostro bisogno primario di sopravvivenza, e mangiare con le mani è un modo di cogliere l’anima dei cibi. Cominciando dalle prime forme di gallette, biscotti o dolcetti, i finger food hanno rappresentato nella storia una sublime forma dell’arte della comunicazione. Durante i famosissimi banchetti e convivi dell’epoca Imperiale romana si mangiava sdraiati poggiandosi al gomito sinistro e piluccando il cibo con la mano destra, in una posizione che oggi troveremmo scomodissima, ma che presentava un duplice vantaggio: permetteva di ingerire una quantità maggiore di cibo e consentiva agli invitati sazi oltre misura di assopirsi tra una portata e l’altra. Questa particolare postura rendeva però virtualmente impossibile il ricorso alle posate che richiedono l’uso di entrambe le mani: i cibi arrivavano già tagliati in piccoli pezzi da schiavi detti “scissores”, e solo i cucchiai (ligulae o cochlearia) trovanono una certa frequenza d’uso, impiegati per raccogliere salse e farinate.
La preparazione di un finger food non deve però essere un gesto banale e seriale. Come i cibi presentati nei banchetti imperiali, anche quelli elaborati per una cena devono avere tre caratteristiche: bontà e bellezza.
La prima nasce dall’eccellenza dei prodotti di base; la seconda dall’attenzione alle preparazioni, che al contrario di quelle antico romane devono essere leggere e ben digeribili.Curiosità: personalmente preferisco toccare con mano anzi, con le dita, ma per coloro che non vogliono sporcarsi le dita possono usare i finger dip