Un appello a “lasciare Tripoli” e a “rimanere fuori dalla politica” per “non mettere in pericolo la città e i suoi abitanti” è stato rivolto dal governo uscente a tutti i capi delle milizie.
Lo chiede l’esecutivo del primo ministro Abdullah al Thini, dopo che il potente e controverso presidente del parlamento Nuri Abu Sahmein si è rivolto ai ribelli di Misurata per proteggere la capitale.
Testimoni locali hanno riferito dell’ingresso nella periferia sud di Tripoli di alcuni miliziani di Misurata, gli stessi che tre anni fa hanno combattuto contro il regime di Gheddafi.
I ribelli della località occidentale, 200 km dalla capitale, sono notoriamente a favore del Congresso generale nazionale (Cgn). Sahmein ha sollecitato in particolare il sostegno armato del gruppo ‘Scudo della Libia centrale’.
Quel che è peggio è che gli scenari politici libici in tutto il Paese cambiano anche in relazione all’islamismo fondamentalista targato Qatar. E le conseguenze contestuali sono i pericoli che purtroppo corre la gente comune, la quale è solo molto più povera dopo la fine del regime di Gheddafi.
E, ancora, possiamo aggiungere che il mondo occidentale, che sta a guardare facendo esclusivamente i propri calcoli di profitto (petrolio e gas), non si rende conto nell’insieme, semmai, di giocare una pessima partita.
Una partita persino a proprio danno.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)