Tris di caffetterie + intruso col buco

Da Marcoemaia

Checchè se ne dica, New York non fa cattivi caffè. Basta evitare Starbucks e fiondarsi altrove, cioè nei piccoli negozi, come Ninth Street Espresso o Ciao for now.

Ma anche altre catene possono offrire qualcosa di interessante.

Pret à manger, per esempio (da non confondere con Le pain quotidien) è una catena che si trova solo a Midtown e Downtown che fa caffè discreti, buoni cappuccini schiumosi ma soprattutto panini e insalata davvero sani, freschi e ottimi. La loro filosofia è proprio “Here today, gone tomorrow”, quindi non ci sono cose riciclate dal giorno prima. Ovviamente è tutto organic e salutista: panini con basilico e pollo, insalatone con bulgur, zuppe di lenticchie, bibite senza coloranti, yogurt magri con frutta, barrrette ai cereali, morbide brioche alla marmellata. Il tutto in un ambiente davvero molto informale, tutto marrone, nero e metallo con simpatiche affiche alle pareti raffiguranti alimenti antropomorfi. Costa poco ed è ideale per una cena veloce prima di teatro o un caffè pomerdiano.

Aroma Espresso Bar ha un solo punto vendita a New York, a Soho, ma è comunque parte di una  catena e qui fanno il Chai latte più buono della City: cremoso, speziato, dolce ma non troppo, freddo ma non ghiacchiato, saporito e dissetante. A volte ho fatto mezz’ora a piedi solo per venirmelo a comprare. Sempre sull’onda salutista fanno anche insalate e sandwich, fin troppo spartani, ma l’espresso per tornare in tema caffè è davvero buono.

Max Brenner è una caffetteria-cioccolateria vicino a Union Square, famosissima perché tutto è a base di cioccolata: caffè, frappè, cioccolate calde e fredde, waffles, dolci, gelati. Un tripudio di calorie in un locale enorme e affollato con musica francese di sottofondo. Stilosissimo negli arredi e ottimo nelle consumazioni, è caro, ma se amate il cioccolato ogni tanto si può fare (e si deve). Fanno anche piatti salati e rinfrescanti limonate aromatizzate davvero niente male.

E per finire, ecco l’intruso. Non è una caffetteria, ma merita delle parole su questo blog. E’ la Doughnut Plant, letteralmente la fabbrica di ciambelle. Non è una fabbrica ma sembra una garage riconvertito a punto vendita. Minuscolo e con la coda fuori, resta aperto finché le ciambelle non finiscono. Ne hanno di mille tipi: fritte o al forno, tonde o quadrate, con crema, vuote, marmellata, aromatizzate alla lavanda, all’ananas, alla creme brulée. Sono soffici, per niente unte, leggere e leggermente zuccherate. Sono divine, divine, divine! Torni bambino con un solo boccone e dopo te ne vai in giro nel Lower East Side a guardare le vetrine.



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