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Tristevere

Creato il 11 settembre 2013 da Vix

Tristevere
Forse non sono più abituato. Oppure sono stato così fuori dalla corrente di transito che ha consunto i luoghi, ma attraversando Roma, un sabato al tramonto, uno di quei tramonti che non finiscono mai, come succede, sulle vie una volta consuete di Trastevere - fienaroli, lungaretta, santamaria, paglia, santegidio, vicolodelcinque, piazzatrilussa - sono stato investito da una malinconia senza ritorno, riconoscendomi nella musica triste di un ambulante, che raccontava di un umore grigio, come gli ultimi sprazzi del tramonto, ed è subito stata sera, come d'inverno, come un presagio di una cosa che è finita, così, improvvisamente, e non ritorna.E quelle vie ancora belle, se le guardi rimirando il cielo, mi apparivano un presidio appena abbassavo gli occhi sulle insegne, i negozi, i bar, le bancarelle, i tavoli, le vetrine. Un presidio di pacifici invasori che mi alienava dal senso di appartenenza. Non era più casa mia, quel posto - che presunzione, mai lo era stato - ma un porto franco, che più che mai, sentivo distante e non più familiare, pur riconoscendo i tratti consunti e restaurati.
Non era nostalgia, no. Non c'era voglia di tornare indietro - o forse sì - ma una sensazione di addio.

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