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Tristezza e malinconia

Creato il 23 novembre 2011 da Jle
Ciao a tutti dalla piovosa...nevosa...freddolosa ma anche soleggiata...Vancouver!
In questi giorni abbiamo avuto una varietà incredibile di tempo, mattine soleggiate e serate con la neve, giorni di pioggia e poi schiarite..Insomma non si sta capendo più nulla! Tristezza e malinconia
Il denominatore comune rimane cmq il freddo! Ehi altolà, non è che siamo a -20 anzi, mi pare di capire che le temperature siano più o meno come lì in Italia (parlo di Udine nello specifico); di notte scende fino a -3, -4 circa e di giorno, magari quando piove, può arrivare a 7, 8 gradi.
Cmq, aggiornamenti "doverosi" a parte, vi scrivo per condividere con voi la mia nostalgia e maliconia di casa. Ormai sono 5 mesi precisi precisi che siamo qui e qualche somma posso tirarla in merito a questa città.
Domenica sono stata a casa tutto il giorno per riprendermi dal venerdì e dal sabato di fuoco appena trascorsi: venerdì doppio turno e sabato un party di 114 persone dalle 13 (di solito siamo chiusi per il lunch i sabati) fino alle 16.30 così mi son fatta tutta una tirata senza stop tra il party e clienti soliti della sera, quindi un po' per la stanchezza, un po' per il brutto tempo, mi è preso lo sconforto e giù lacrimoni. 

Tristezza e malinconia

La scatola di fazzoletti 2x2 XD

Che poi, tra parentesi, qui non si riescono a trovare i normali pacchetti di fazzoletti che abbiamo noi, che con 2 euro quelli del LIDL compri 120 confezioni, ma qui sei costretto a prendere le scatole di fazzolettini singoli che usati una volta devi buttarli perchè sono grandi 2cmx2 e si bucano solo a guardarli (vi allego la foto giusto per farvi capire...sono stile quelli che si vedono nei film americani dove c'è una donna davanti alla tv che guarda un film strappalacrime con la vaschetta di gelato e la scatola di fazzoletti...questa scatola di fazzoletti... XD).
Ma torniamo a noi, anzi a me :)
La città piano piano sta cambiando aspetto e si sta preparando al Natale; ormai quasi tutte le vetrine dei negozi hanno decorato i vetri e gli ingressi e nei centri commerciali non si può fare a meno di notare le canzoni che completano l'atmosfera già ricca di elementi a sfondo natalizio. Inutile dire poi che anche le case private si stanno attrezzando con luci e lucine...insomma, normale amministrazione come penso sarà sicuramente anche in Italia.
Negli ultimi anni cmq non ho mai avuto uno spiccato senso natalizio, ma quest'anno, complice la lontananza da casa, associato al Natale imminente che è un'ottima occasione per stare con la famiglia, ed ecco il mix perfetto e sono crollata, lacrimoni e tutto il resto.
Non ci si rende subito conto dell'enormità di prendere, mollare tutto e tutti, riempire le valigie con quel poco che si riesce a portare, dividendo lo spazio tra cose che "mi potranno servire" e "questo lo devo portare perché è un ricordo" ed emigrare in un paese totalmente diverso.
Non avete idea di quante persone mi abbiano detto che ci ammirano, che siamo fortunti, etc... Ma quante di queste persone capiscono veramente come ci si sente ad aver fatto questo passo enorme? Ad aver lasciato la famiglia, gli amici, le proprie cose, la gatta, la propria auto, etc.. a 11mila km di distanza? Molto probabilmente solo chi è vissuto all'estero per un periodo o, ancora meglio, chi ha dovuto abbandonare il proprio paese per cause di forza maggiore quali la necessità di sperare in un futuro migliore per se e per i propri figli, può davvero capire.
Badate bene, non mi sto lamentando di quello che ho qui, sto semplicemente tirando un due somme dopo 5 mesi.
All'inizio non si ha tempo di pensare a nulla, sei catapultato in un posto nuovo, hai mille cose a cui pensare e questo non ti fa rendere conto di quello che ti sei lasciato alle spalle. Ora invece, con un minimo di stabilità economica, un tetto sulla testa e la routine che ha preso il sopravvento, posso fermarmi un attimo e riflettere su tutto questo.
Posso dire che Vancouver è una bella città, moderna, attrezzata, organizzata, ma sinceramente non la sento mia. Perché dico questo? Per tanti motivi, ma voglio farvi un esempio: la prima volta che sono andata a Barcellona, ho "sentito" la città (il verbo inglese to feel renderebbe molto meglio quello che intendo), mi sentivo a casa e avrei desiderato rimanerci per sempre, è stato così anche la seconda volta che ci sono stata e presumo che se ci tornassi ora sarebbe lo stesso. Vancouver invece mi è sembrata estranea da subito ma pensavo che fosse solo il primo impatto, invece ora so che non cambierà. So che direte che 5 mesi sono pochi per decidere ma è questione di sensazioni "a pelle". Certo, per ora va bene così, qua ho un lavoro, la pioggia non mi urta tanto, a Udine era lo stesso se non peggio in fatto di precipitazioni e freddo, solo che a Udine ero a casa, conoscevo le persone, i luoghi, le abitudini...Anyway voglio davvero far crescere i miei figli qua per dar loro una doppia opportunità e una doppia scelta oltre che per garantirmi io un futuro ma so per certo che non voglio passare il resto della mia vita a Vancouver.
Non so dove la mia vita, la mia strada mi porterà, ma non sarà di certo qua per sempre.
E poi oggi ho realizzato un'altra cosa: il Canada è uno stato senza una reale identità, il Canada è un paese fatto di immigrati, di gente che l'ha colonizzato portandosi dietro le sue usanze e tradizioni. Come dicevo, ci sono un sacco di asiatici, semplicemente perché ora è il loro "turno" ma una volta era toccato agli italiani, piuttosto che ai russi o agli indiani. Ieri ho avuto la fortuna di conoscere un'ottima persona, un signore di 54 anni che lavora per una televisione che si occupa di sport, che si trovava qui a Vanc per lavoro ma che in realtà è di Toronto (ha pranzato al mio ristorante), e ci ho scambiato quattro chiacchiere. Parlava fluentemente inglese e francese e mi ha detto che lui è sì nato in Canada ma i suoi genitori e parenti sono danesi. Così mi sono permessa di fargli una domanda forse "scomoda": ma i canadesi cosa pensano di questa "invasione" da parte degli asiatici? Lui mi ha semplicemente risposto che in pratica non esistono dei "veri" canadesi come può essere l'italiano che ha la famiglia nata e vissuta nello stesso posto (e magari nella stessa casa) per generazioni e generazioni. Qua sono tutti figli di immigrati, di persone che hanno cercato fortuna in diverse epoche, proprio come abbiamo fatto noi ora, e quindi alla fine non se ne curano troppo. Come dicevo, in questo periodo storico è il momento degli asiatici, poi toccherà a qualcun'altro e così via... E' solo che per me è davvero strano...Cerco di farvi capire: sono stata negli States a maggio (come ormai mi avrete sentito dire a più riprese) e lì mi sono sentita davvero negli USA: macchinoni enormi, gente super fat (diciamo "in carne"),  ragazze bionde e belle (magari un po' plasticose...), fast food, benzina economicissima, etc...Insomma, mi sentivo proprio di essere a St. Louis (nel mio caso). Qui invece sinceramente mi potrei sentire quasi più in Cina piuttosto che in Giappone (ok, l'ho un po' azzardata in quando non mi sono mai recata in Asia ma concedetemela per questa volta ;) ), non riesco a trovare qualcosa che mi faccia davvero capire di essere in Canada. Sinceramente non mi basta vedere le casette di legno, gli aceri o le bandiere del Canada piuttosto che della British Columbia o la pioggia caratteristica di Vancouver per sentirmi davvero in Canada.......Non so se mi sono spiegata... Non mi sento in Canada, tutto qui...ma forse è proprio questo, questa multietnicità, questa città cosmopolita che caratterizza il Canada. Forse sto sbagliando a generalizzare, dovrei parlare solo di Vancouver, anzi, se avete esperienze da scrivermi in merito a questo in altre parti del Canada o del mondo, fatemi assolutamente sapere :) Vi chiedo scusa se ho scritto un post lunghissimo, se non mi sono espressa bene o se sono sembrata razzista (non lo sono, è solo che forse devo ancora abituarmi a tutti questi cambiamenti...), come vi dicevo, in questi giorni sono un po' triste, mi manca casa mia, tanto, ma so che se tornassi a casa, starei bene il primo mese e poi tornerebbero fuori i soliti problemi di lavoro e della solita routine dovuta alla precaria situazione italiana che ben conosciamo tutti e allora penserei a quanto bene stavo in fondo a Vancouver e insomma, un circolo vizioso... ;) Vi saluto scrivendovi la frase con la quale mi ha congedata il signore di Toronto l'altro giorno:  "Never give up!" ("Mai arrendersi!") ...ha ragione! Vi abbraccio tutti, a presto, una malinconica e un pochetto triste, Jle

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