Sulla difesa dell’ambiente i provvedimenti adottati da Renzi vengono “rimandati”, per non dire rottamati, dalle associazioni ambientaliste e dall’opinione pubblica.
No alle trivellazioni
Uno dei nodi critici riguarda il tema dell’estrazione petrolifera sul nostro territorio, rilanciata dal provvedimento “sblocca trivellazioni”. Sul piede di guerra tanti abitanti delle regioni italiane interessate: ma sull’argomento governo nazionale e governi regionali (quasi tutti ormai in mano al Pd) non sembrano voler retrocedere.
In Sicilia, ad esempio, la Regione, nonostante le proteste politiche dei comitati, non ha fermato il piano per nuove trivellazioni: anche se in Parlamento lo scontro non accenna a placarsi e spacca i partiti della maggioranza di centrosinistra.
Emergenza “aria pulita”
Un altro fronte caldo per Renzi è quello che riguarda l’aria. Le associazioni ambientaliste, insieme ad associazioni di medici e ricercatori, hanno scritto al Governo per spronarlo a intervenire sui tagli della Commissione europea rispetto al cosiddetto “pacchetto Aria”, delicata questione proposta a Renzi, in quanto presidente di turno dell’Ue.
Il pacchetto è composto da proposte per migliorare la qualità dell’aria, con la Nuova Direttiva sui Limiti Nazionali alle Emissioni e quella che ridurrà l’inquinamento derivante dagli impianti medi.
L’obiettivo di energie rinnovabili
Gli italiani hanno le idee chiare anche in tema di interventi su energie e industrie, quando si parla di clima. Il settore prioritario per lottare contro i cambiamenti climatici è la conversione della produzione elettrica a rinnovabili, al secondo posto si pone la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni dirette delle industrie e al terzo gradino del podio troviamo la riduzione del traffico merci su gomma.
Si tratta di scelte politiche importanti, che rafforzano la convinzione degli italiani, circa il fatto che si possa centrare l’obiettivo del 100% d’energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2050.