PELLESTRINA. Gente in lacrime fuori dalla propria casa distrutta, La Protezione civile, ad una prima stima, ritiene rilevanti i danni: alberi abbattuti, barche danneggiate, tetti colpiti dalla furia del vento. Un’isola tagliata in due dal tetto del palasport divelto dal vento e piombato in mezzo all’unica via di comunicazione, e le difficoltà nel soccorrere chi ha perso tutto sotto la furia della tromba d’aria abbattutasi ieri 23 luglio sul tardo pomeriggio a Pellestrina. Non è la prima volta che eventi meteorologici di questo genere toccano questa comunità, ma nulla di simile si ricordava da anni a questa parte. La perturbazione ha affrontato l’isola nel tardo pomeriggio procedendo in direzione Santa Maria del Mare, San Pietro in Volta colpendo soprattutto la zona di Portosecco e Pellestrina fino al sestiere Busetti.
Uno dopo l’altro sono caduti al suolo alberi e arbusti, sono crollati muretti di cinta, letteralmente volati via tetti e camini mentre la pioggia incessante allagava le camere delle abitazioni rimaste senza protezione tra vetri in frantumi ovunque. Il palasport di Portosecco è stato scoperchiato per la terza volta in meno di cinque anni, una cosa assurda, per la quale già si annunciano esposti e denunce.
Il tetto in lamina di rame si è accartocciato come un foglio di carta finendo la sua corsa solitaria al centro di Strada comunale dei Murazzi, impendendo la circolazione degli automezzi e ritardando i soccorsi. Perfino la Protezione civile dell’isola ha avuto problemi, dopo che un muretto è crollato davanti il garage della sede.
Sul posto sono convogliati vigili urbani dal Lido, pompieri da Venezia e volontari anche da Mestre coordinati dallo stesso sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. Ma la lontananza di Pellestrina dal centro storico non ha facilitato le cose.
C’è chi l’ha definita una apocalisse, fatto sta che decine di barchini sono affondati sul lato laguna tra le paline divenuti cappi senza lasciare alcuno scampo, mentre un carro gru dei Cantieri De Poli è uscito dalla sua sede minacciando una vicina abitazione dalla quale gli inquilini sono fuggiti appena in tempo. La remiera di Portosecco è stata devastata, col muro di cinta sbriciolato e le imbarcazioni volate via sfondando perfino le finestre. In tutto questo un solo ferito lieve, curato con alcuni punti di sutura a una gamba.
«Ero in auto quando la tromba d’aria ci è passata sopra e ho visto volare via tutto – racconta Giorgio Vianello, presidente della Municipalità – Qui c’è il disastro totale, una cosa mai vista. Servono aiuti e sul palasport adesso scatteranno denunce». Il consigliere comunale Alessandro Scarpa «Marta» va giù duro: «Si va in Procura e chiederemo lo stato di calamità naturale e la convocazione di una commissione urgente a Cà Farsetti».
Lorenza Vianello, residente della zona non trova quasi parole: «C’è gente che ha perso tutto nel momento di profonda crisi che vive l’i sola. C’è chi non ha i soldi per restaurare. Come si farà adesso?».
«La casa dei miei genitori è distrutta – dice disperata Luciana Ballarin – Il tetto è volato via, ci sono vetri ovunque e da due ore attendiamo aiuti. Tutto è allagato e non ci è rimasto più nulla».
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