Troppa legislazione – Herbert Spencer

Creato il 16 aprile 2015 da Maxscorda @MaxScorda

16 aprile 2015 Lascia un commento

Facciamo un gioco: andate in un sito di libri online, uno qualunque, uno di quelli con milioni di testi a disposizione e cercate "Herbert Spencer", magari in italiano e cartaceo. Niente o quasi niente eppure parliamo di un filosofo candidato al Nobel, uno dei maggiori pensatori del liberismo, scrittore tra i riferimenti piu’ importanti del XIX secolo. 
Attorno alle sue idee Jack London costrui’ "Martin Eden" e sulle fondamenta dell’l’oggettivismo randiano
Cosa pensare di questa stranezza molto italiana se non che la censura sbandierata da molti ma compresa da nessuno, gioca non sul negare ma su togliere opportunita’ di leggere, informarsi, studiare.
Che su Marx, suo antagonista si trovino migliaia di libri ci puo’ anche stare, fosse solo che quest’ultimo ha fatto molti piu’ danni ma qui non c’e’ un rapporto di 1 a 10, nemmeno 1 a 100 o 1 a 1000, forse 1 su 10000 il che getta un’ombra sull’ipotesi si tratti di pura scelta editoriale.
Rubbettino, editore evidentemente piu’ libero di altri, ripropone questo pamphlet datato 1853 del quale si dira’, che poco puo’ avere a che fare con la realta’ odierna e invece no. Se e’ vero come e’ vero che Spencer parla di fatti concreti legati a strade ferrate, miniere di carbone e case popolari, l’idea di fondo, cioe’ di uno Stato fisiologicamente incapace nei modi, nei tempi, nelle opportunita’ e nelle intenzioni, vale ancora oggi anzi oggi piu’ che mai.
La questione, come ribadisce Spencer, e’ che lo Stato innanzitutto e’ governato de persone che non hanno interesse ad accettare novita’ e variazioni perche’ prima di tuto sussiste la conservazione dello status e per la medesima ragione, la persona brillante e con idee e’ mal vista e ostacolata. Nella sfida pubblico contro privato, Spencer identifica la domanda, come miglior giudice delle necessita’ della popolazione e laddove non e’ possibile prevedere i bisogni di una nazione da parte di nessuno, un’idea sbagliata da parte di soggetti privati significa la loro scomparsa, per lo Stato invece il mantenimento di un inutile carrozzone che puo’ solo penalizzare ulteriormente i cittadini.
Non solo, talvolta certe regolamentazioni si rivoltano contro l’idea stessa che le ha generate o nella migliore delle ipotesi, non sortiscono alcun effetto concreto. A che servono controlli e controllori quando alla fine non incidono sulla sicurezza delle persone? La soluzione quindi e’ meno Stato il quale dovrebbe limitarsi a garantire il rispetto della liberta’ dell’individuo e prevenire l’insorgere di sistemi dittatoriali, dal momento in cui la storia ci insegna che la scelta non ha impedito l’insorgere di totalitarismi e se nel 1850 l’esempio piu’ lampante era la Francia post rivoluzionaria, cio’ si applica a maggior ragione ai regimi del XX secolo. 
Percio’  Spencer come nemico giurato di ogni forma di socialismo e comunismo e’ palese e d’altro canto la sua analisi e’ talmente accurata da negare l’efficacia del marxismo, anzi denunciandone le storture e le tragedia con molti decenni di anticipo rispetto l’insorgere dell’Unione Sovietica. Allo stesso modo ne prefigura la fine puntualmente occorsa ben oltre un secolo dopo, dove non gli eserciti, non le ideologie ne hanno decretato la sconfitta, bensi’ l’economia.
Tutto questo senza dimenticare gli errori e le tragedie del libero mercato ma e’ qui che la legislazione dovrebbe intervenire ed impedire che il profitto ricada sulle spalle della comunita’ anche questo regolarmente avvenuto oggi con l’Europa dei banchieri e delle speculazioni.
Straordinario Spencer e forse per una volta, il lamento complottista puo’ essere usato percio’ che dire, proprio perche’ non ve lo fanno leggere, leggetelo.


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