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Troppi compiti a casa

Creato il 04 novembre 2012 da Pedagogika2
Fonte: La Stampa.it 31/10/2012
Troppi compiti a casa
Il presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori lancia l'allarme: "Proteste da tutta Italia per i carichi di lavoro imposti ai ragazzini, bisogna studiare modelli didattici alternativi e più responsabilizzanti".
"Giungono all'Osservatorio sui Diritti dei Minori lamentele genitoriali, da ogni parte del territorio nazionale, sulla mole di compiti assegnati dai professori agli studenti". È quanto afferma il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia. "Tanti - aggiunge - se consideriamo il mini test che abbiamo somministrato a 100 soggetti in età evolutiva, in età compresa tra i 14 e i 16 anni, dalle cui risultanze emerge che i ragazzi sono chiamati a studiare a casa mediamente 3 ore ogni pomeriggio".
Per Marziale «Occorre studiare un modello educativo alternativo per responsabilizzare gli studenti verso i propri doveri didattici. Occorre, però, tenere presente studi di psicologia cognitiva che hanno dimostrato che se è necessario allenare i meccanismi di apprendimento, al fine di stabilizzare e facilitare la fissazione delle conoscenze acquisite, superare un certo numero di ore di studio risulta essere inutile e rischioso". "Le esercitazioni a casa - prosegue il sociologo - servono a stabilizzare le conoscenze che i docenti hanno trasmesso a scuola. Molto spesso, a detta dei genitori che si sono rivolti all'Osservatorio, i ragazzi devono, invece, impegnarsi su argomentazioni ex novo. Demandare ai compiti a casa ciò che la scuola è chiamata ad insegnare in classe è un errore madornale, che comporta limitazioni verso l'apprendimento stesso e genera stati emotivi alterati. Un impegno così quantitativamente elevato - conclude Marziale - preclude ai ragazzi di accedere al diritto alla divagazione ludica, sportiva o di altra natura, necessaria sul piano della socializzazione tanto quanto lo studio, e genera disagio anche nei genitori chiamati spesso ad intervenire per aiutare i figli e non tutti possono". 
L’Osservatorio sui diritti dei minori mette il dito nella piaga, ma bisogna evidenziare che con la riduzione delle ore di insegnamento nelle secondaria superiore, non è seguito un’altrettanta diminuzione dei programmi relativi ai singoli corsi di studio. Da qui la scelta del carico di lavoro a casa, ma ciò comunque non  basta a giustificare il fatto che si demandi parte del lavoro alle famiglie, se i compiti sono un "rinforzo" di quanto appreso in classe non si può e non si devono dare compiti per supplire alla mancanza di tempo scolastico e, tanto meno non possono essere assegnati per punizione; inoltre bisogna sempre tener conto dell'importanza dell'alternanza tra studio e riposo o svago, corpo e mente dopo il riposo lavorano con ritmo più veloce inoltre un affatticamento prolungato provoca stanchezza e la mente perde lucidità, creando non solo stati di tensione ma anche noia e disinteresse per lo studio e la scuola in genere.
Simonetta.

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