L'11 LUGLIO 2012 è stato nominato presidente del Consiglio della giustizia tributaria, l'organo di autogoverno dei giudici tributaristi. Quella nomina andò liscia nonostante l'amicizia ingombrante con Pasqualino Lombardi, giudice tributarista finito in carcere per la vicenda P3. Proprio in quell'inchiesta, senza mai essere indagato, finisce anche Santamaria perché parla al telefono con l'amico “Pasqualì”. Le conversazioni, che non hanno rappresentato un reato, sono, però, imbarazzanti per un magistrato. Santamaria e Lombardi si parlano a proposito del ricorso dell'ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni (non indagato in questo caso) contro l'esclusione del “listino bloccato” e della lista del Pdl per le Regionali 2010.Il Pasqualì dell'intercettazione è Pasquale Lombardi quello della fu inchiesta della P3. Chi parla dall'altra parte è il procuratore generale Santamaria, quello che ha difeso nell'accusa i due stilisti Dolce e Gabbana.
“Pronto Pasqualino”. Lombardi: “Uè Gaetà”. Santamaria: “Tu adesso mi devi dare altri tre inviti”. Lombardi: “Te li porto domani perché sto a Milano”. Santamaria: “Io domani non ci sto perché sono a Roma”. Lombardi cerca di fargli cambiare i piani: “Vedi un poco di non andare a Roma”. Santamaria: “Come faccio, ci ho il plenum (del Consiglio tributario, ndr)”. Lombardi insiste: “È più importante quella commissione elettorale della Corte d'appello”. Santamaria: “Quella di Roma?”. E Lombardi: “No di Roma, di Formigoni”. Santamaria: “Adesso parliamo con Alfonso (Marra, allora presidente della Corte d'appello di Milano, nominato dal Csm anche per le pressioni di Lombardi, ndr)”. Non mancano i ringraziamenti per un regalo. Lombardi: “Personalmente ti ho mandato sei bottiglie di vino”. Santamaria: “Ah, sei troppo buono Pasqualì, io devo, devo ricambiare”.
POCHI mesi prima di quella conversazione, il 19 gennaio 2010, il Ros dei carabinieri aveva registrato un’altra telefonata: al Csm dovevano essere nominati il procuratore e il presidente della Corte d'appello di Milano, nel pieno dei processi all’allora premier Berlusconi. Lombardi: “Anche Nicola (Cerrato, procuratore aggiunto di Milano, ndr) ha partecipato al concorso di procuratore capo a Milano. Dobbiamo vedere se ci possiamo dare una mano, che dici?”. Santamaria: “Eh, ma non ce la facciamo. Già c’ho provato un sacco di volte”. Cerrato non ce la farà. Il Csm nominerà procuratore Edmondo Bruti Liberati.
Dal Fatto quotidiano del 27 marzo
Avercene di magistrati dell'accusa così, persone così sensibili sui problemi degli imprenditori.
Specie quelli che spostano le sedi all'estero, per fare impresa si intende.