Ti hanno mai detto: "cerca di essere più equilibrato"? La ricerca dell'equilibrio interiore, della "giusta misura" è da sempre professato dai grandi pensatori di tutti i tempi.
" La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l'equilibrio devi muoverti " diceva Einstein. Oggi attraverso la metafora dell'equilibrio scopriremo qualcosa in più sulla crescita personale...
Perché parlare di equilibrio interiore in un blog di crescita personale?Questa è la prima domanda che mi sono posto quando ho iniziato a pensare a questo podcast, sembra piuttosto banale ma se mi segui vedrai che non è così! Ah a proposito, ti è piaciuta la versione "podcast a braccio"? Fammelo sapere così saprò orientarmi per le prossime puntate.
Ok, torniamo alla nostra domanda, "perché equilibrio nella crescita personale?". Le motivazioni sarebbero molte, alcune le hai ascoltate dal podcast, vediamo le altre due:
1- Nello sviluppo personale troppo spesso si parla di "cambiamento" come se si trattasse di una continua corsa al miglioramento. Spesso efficacia non corrisponde a realizzazione.
2- Spesso si creano consigli generici senza tenere conto dalla "polarità del nostro essere" (es. il fatto che si consigli a tutti di essere estroversi).
Partiamo dalla prima considerazione, il fatto di vedere il cambiamento come una "continua corsa", una sorta di gara per chi cerca di essere "più figo". E mi domando a quale scopo cercare di essere più fighi?
Si lo so, c'è la terribile paura di essere visti al contrario come "sfigati" o "perdenti". Per cui si cerca di migliorarsi per evitare di essere dei "perdenti". E se ci pensi bene questa mentalità è fallacie in partenza, sarebbe come dire "quando avrò la Ferrari mi sentirò figo".
No tranquillo, non ho nulla da dire a chi si compra una bella auto dopo anni di sacrifici, a chi vuole godersi la vita acquistando oggetti. Ma se lo fai con l'intento di "sentirti meglio", mi dispiace dirti che le cose non stanno così.
Purtroppo per quanto tu possa guadagnare, per quante tecniche di miglioramento personale tu conosca (non sto neanche ad elencartele) questo non farà di te una persona realizzata.
In un vecchio podcast ti raccontavo questo fenomeno dal punto di vista del bilanciamento fra "ego ed anima". Non si può passare tutta la vita in meditazione, non si possono coltivare solo visioni sagge e profonde. C'è bisogno di un bilanciamento continuo.
Non sto dicendo che non bisogna "ricercare e applicarsi" ma sto dicendo che la crescita personale non è solo la ricerca di strumenti per essere più efficaci, una corsa a diventare "sempre migliori"... migliori di chi? E' anche e soprattutto la ricerca di una vita più felice, realizzata!
E' sempre brutto parlare di felicità, perché è difficile descriverla e non oso farlo. Però questa "felicità, soddisfazione, serenità", chiamala come vuoi, ha una sorta di regola aurea che permea tutto l'universo (per lo meno quello conosciuto)... un'armonia fra polarità.
Questa regola, che se vuoi facciamo i fighi e la chiamiamo legge, è quella dell'equilibrio. Come ti ho raccontato nel podcast questo permea tutto, a partire dagli aspetti più elementari della vita fino ad abbracciare il funzionamento delle galassie.
E' la natura che tende verso l'equilibrio, e anche nella crescita personale ci dovrebbe essere più equilibrio... o meglio, ogni volta che fai un passo verso il tuo miglioramento dovresti prendere in considerazione "l'equilibrio come dinamico".
Facciamo un esempio di sviluppo personale in cui cerchiamo di fare qualcosa con maggiore efficacia. Pensa ad un sistema per gestire il tempo ad esempio oppure ad un metodo per allenarti in palestra, sono entrambi metodi che possono migliorarci la vita.
Però, se ti affidi a "troppi metodi" o se spingi troppo "un metodo" rischi di diventarne schiavo, di perdere la tua unicità. Come vedi ci vuole anche in questo caso equilibrio! Non si tratta del semplice "smettila di lavorare troppo, smettila di programmare ecc.
Si tratta piuttosto di trovare quel "punto di equilibrio" o per lo meno sapere che stiamo "navigando a vista" quando utilizziamo un metodo di crescita personale. Ricordarsi che non si tratta del "sacro grall" ma di una "impalcatura per apprendere, che poi va smantellata".
La seconda motivazione a scrivere un post sull'equilibrio nello sviluppo personale è quello di non tenere conto del gioco dialettico delle cose. Che tutto ha il proprio opposto, lo so che può sembrarti come una banalità, ma è semplicemente così.
Si sto parlando proprio di quell'ombra junghiana che ho citato nel podcast, il fatto che dentro ognuno di noi esistono sempre queste doppie tendenze, e la nostra personalità emerge proprio dal movimento fra queste due parti.
Per Jung il problema è sempre l'unilateralità, cioè il posizionarsi su un solo polo!Per Jung bisogna diventarne consapevoli, per Assaggioli bisogna operare una sintesi e per molti altri fondatori della crescita personale moderna bisogna diventare consapevoli di questo movimento.(pensavi che fossero gli americani vero? E invece Jung ha parlato di crescita personale molto prima di loro).
L'esempio più calzante è quello legato alla introversione o alla estroversione. Oggi sembra quasi che "essere introversi" sia un male. Tanto che alcuni psichiatri mettono l'introversione fra i sintomi di una qualche patologia.
L'introversione così come l'estroversione sono solo due descrizioni su dove portiamo maggiormente la nostra attenzione. C'è chi è più rivolto al mondo esterno e chi è più rivolto a quello interno.
E' chiaro che se voglio "completarmi" e sento di essere troppo introverso dovrò di tanto in tanto cercare di "muovere la mia attenzione all'esterno" e viceversa. Ma questo non indica alcun problema... il vero problema è restare fossilizzati in una di queste due posizioni.
Una persona "introversa" sarà equilibrata quando riesce ad essere "estroversa" nel contesto adatto. Quando riesce a sbilanciarsi anche nel campo dell'estroversione e viceversa.
Ogni posizione "estremista", o solo introversa o solo estroversa è indice di rigidità. E dove c'è rigidità non può esserci equilibrio. Se non una sorta di equilibrio forzato che, quando collassa, rischia di far crollare l'intera struttura.
Spero sia chiaro che ciò che quindi intendo per "equilibrio dinamico" in questo contesto non è legato al modo di dire "essere equilibrati", ma è una metafora per esprimere questo continuo movimento.
Questa metafora o allegoria dell'equilibrio come dinamico, o come leggi nel titolo del post "perché non esiste l'equilibrio" è qualcosa che possiamo riassumere in una frase che mi è saltata in mente l'altro giorno mentre meditavo:
"Per migliorare se stessi bisogna concedersi di perdersi per poi ritrovarsi".Lo so sembra una frase da Bacio perugina, però se ci pensi vale per ogni cosa che fai. Ed è un po' come dire che devi essere disposto "ad errare per errare" (ricordi?). Nel caso della meditazione questo è molto chiaro ma lo stesso vale per ogni "sviluppo personale".
Una piccola confessione: in realtà a me il termine "equilibrio" è sempre stato un po' antipatico. Mi ricorda le mie maestre delle elementari che dicevano "bisogna essere equilibrati" mettendolo contro lo "squilibrato".
Per questo mi piace parlare di "equilibrio dinamico" e non di persone "equilibrate". Per questo è utile il perdonarsi quando si esce da quel punto di equilibrio. Se invece lo prendiamo così come è il termine equilibrio può far pensare che esista lo "squilibrato". (spero di essermi spiegato).
Ecco perché ho intitolato questo post "l'equilibrio interiore è una leggenda?"Come capita spesso non credo di aver esaurito questo argomento, ma sono certo di averti dato dell'ottimo cibo per pensare e ne trovi altrettanto e in modo più ordinato sul Qde di questa settimana.
NB. Il Qde (quaderno degli esercizi) di questa puntata è praticamente un secondo post, zeppo di materiale. Dai sondaggi svolti mi sono accorto che "faccio troppe citazioni" ed inserisco troppe risorse, per cui se da oggi in poi vuoi conoscerle tutte, devi scaricare il Qde 😉
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A presto
Genna