True Blood

Creato il 08 luglio 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Non è mai veramente estate senza l’aria torrida che si scioglie intorno a te di notte, mentre cerchi di guardare il nuovo episodio settimanale di True Blood.

La più famosa serie sui vampiri (non l’unica ovviamente, ma decisamente l’unica degna di nota) è un must dell’estate da ormai sei anni. Siamo infatti giunti alla sesta stagione, iniziata sugli schermi americani della HBO il 16 giugno 2013. Nessuno avrebbe mai pensato in quel lontano settembre del 2008 (data originaria della messa in onda della serie) che True Blood, un telefilm con dei toni dichiaratamente soprannaturali, avrebbe preso una certa piega. Inaspettata forse per chi non avesse letto i libri, dato che il tutto non è altro che un adattamento di un ciclo di romanzi, The Sookie Stackhouse Novels, di Charlene Harris. Come si sa, in questi casi, molto spesso la storia televisiva prende un altro binario. Senza mai allontanarsi troppo però. Già nella scrittura della Harris emergeva la sua volontà di rappresentare i vampiri come una minoranza in cerca di pari diritti e uguaglianza con la categoria degli umani.

Quello che probabilmente non si sa molto della serie se non la si guarda è proprio questo aspetto altamente politicizzato e di (auto)critica verso la società americana. Ricordiamo che l’head writer e lo showrunner (almeno, fino alla stagione 5) è stato Alan Ball, autore di prodotti quali American Beauty e Six Feet Under.

La storia privilegia il punto di vista di una cameriera di Bon Temps, una piccola cittadina della Louisiana, Sookie Stackhouse (il premio Oscar Anna Paquin), che si innamora del nuovo vampiro arrivato in città, Bill Compton (Stephen Moyer). True Blood si basa sull’assunto che nella società contemporanea vampiri e umani coesistano grazie a delle leggi e delle regolamentazioni che ordinano i rapporti e riducano il più possibile la potenziale violenza tra le due fazioni. Violenza che viene contenuta grazie all’invenzione, negli anni più recenti, del Tru Blood, uno speciale sangue sintetico che viene venduto come fosse una bevanda per vampiri e che costituisce il principale alimento legalizzato per questi esseri.

Su questo sfondo si appoggiano le concezioni del sangue di vampiro usato come droga super­-eccitante, l’esistenza di altri esseri soprannaturali non noti al mondo (Shapeshifters, lupi mannari, pantere mannare, fate), e tutto un sistema governativo dei vampiri parallelo a quello degli umani che nasconde una pericolosa testa, l’Authority, i supremi capi dei vampiri che basano le loro azioni su una propria religione vampirica, basata sulla figura biblica di Lilith, creata da Dio prima di Adamo ed Eva a sua immagine: il primo vampiro. Anche il fanatismo religioso, tra conservatori e repubblicani, viene preso di mira dalla serie, che, distrutta l’Authority, punta tutto su un virare su temi pericolosamente nazionalsocialisti: gli umani, stanchi e spaventati dai vampiri e dalla recente scomparsa del sangue sintetico, revocano loro ogni diritto, impedendo la gestione di qualsiasi tipo di attività commerciale e istituendo un apposito coprifuoco notturno. Una visione di un recente futuro permette inoltre di vedere i principali protagonisti chiusi in una specie di lager, pronti ad essere uccisi in massa, a causa dell’esposizione alla luce del sole. Anche l’estetica del nazismo quindi fa la sua apparizione in True Blood. Vedremo come andrà a finire.

Il vuoto lasciato da Alan Ball si fa sentire. Una serie che migliora di anno in anno, raggiungendo picchi di eccellenza incredibili (concedetemi l’eccezione della quarta stagione, che – tranne per alcuni momenti – è stata leggermente inguardabile), comincia a traballare. La coerenza degli avvenimenti, in alcuni casi anche la recitazione di alcuni (Stephen Moyer non avrà più alcun ruolo dopo Bill) e la presenza di troppe storyline scarsamente collegate (ormai è dalla quarta stagione che non c’importa più di Alcide Herveaux e di tutti i lupi mannari) sono i difetti che maggiormente stanno emergendo. Nonostante non ci siano ancora notizie ufficiali sul rinnovo, stando ai ratings, è abbastanza certo che avremo una settima stagione di True Blood. Si rumoreggia di dipartite importanti e nuovi personaggi in arrivo. Il nome più gettonato nelle scommesse circa la prossima morte inaspettata è quello di Alexander Skarsgård, l’interprete di Eric Northman. Se succedesse sul serio, una buona metà di spettatori(trici) abituali della serie, abbandonerebbero il prodotto in un batter d’occhi. Personalmente, se fosse un arco ben costruito, non aspetterei altro. Mancano sei episodi al finale della sesta stagione (stanotte è appena andato in onda il quarto), avete ancora tempo per piazzare le vostre puntate o eventualmente recuperare i 65 episodi dell’intera serie finora andati in onda. Io l’ho fatto in un mese.

Marco Borromei


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :