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True Silver: Capitolo 2

Creato il 29 marzo 2015 da Marco Giorgio @MarcoGiorgioGM

Scritto da Walter O'Dim

Diciamo pure che riprendo questa pubblicazione con la ferma intenzione di renderla regolare, e diciamo pure che spero di far contenti almeno due o tre di voi, diciamo che mi spiace per il tempo trascorso, e che purtroppo, a dispetto del nostro protagonista Silv, io non posso recuperarlo.

True Silver: Capitolo 2


Una carezza amorevole riporò Silv alla realtà, e lui si aggrappò a quella sensazione dimenticata con tutte le sue forze, con tutto l'ardore di cui era ancora capace.
- Sei sicuro di sentirti bene, Silver? - chiese sua madre in tono apprensivo. Per inciso, solo lei lo chiamava col suo nome completo.
- Sì mamma - balbettò Silv - è solo... l'emozione! -
- È comprensibile - disse sua madre sorridendo, inclinando la testa con un cipiglio preoccupato che il figlio ricordava ancora con calore - Questo è un giorno importante per te -
Silv annuì, a malapena cosciente di quanto proprio quel giorno avesse segnato il destino del mondo. Ancora assorto nei suoi pensieri, si sedette a tavola e trangugiò letteralmente il suo pane tostato, il burro di Miltank vi si scioglieva sopra spandendo un odore tremendamente invitante. Nel suo presente era diventato difficilissimo procurarsene.
Quando sua madre gli ricordò che il tempo stringeva, Silv si alzò in tutta fretta, col solo risultato di trovarsi a gambe all'aria, inciampando nei piedi della sedia.
- Silv! - esclamò sua madre che era scattata all'istante per aiutarlo a rialzarsi - forse è il caso che resti a casa se stai male, chiamerò il professor Elm e... -
- No - le assicurò Silv sollevandosi su gambe malferme - è tutto a posto -
Le parole del figlio le suonarono diverse, più forti, più decise di quanto lei e chiunque in quel tempo gli avesse mai sentito pronunciare; fu probabilmente quello che smorzò ogni sua replica.
Silv si spazzolò i calzoni, non era facile avere la mente di un trentenne in un corpo di dodici anni appena, solo ora si rendeva conto di quanto il mondo attorno gli paresse più grande. Ci sarebbe voluto tempo prima di riottenere la fluidità dei movimenti.
...molto esercizio!
- Vado e torno - promise Silv con semplicità, srotolando un sorriso. Uscì di casa prima che la mamma potesse replicare qualcosa.

Borgo Foglianova era un piacere per gli occhi e una manna per le membra stanche. Il villaggio
si trovava all'interno di una piccola vallata, racchiusa tra i boschi e le sponde del fiume Rame, così chiamato per via di peculiari alghe che gli conferivano il caratteristico colorito verde azzurrognolo.
Silv si trattenne un istante per guardare il tumultuoso corso del fiume che spariva fra le montagne e, secondo gli adulti, portava nientemeno che nella regione di Kanto...
Silv sospirò tra sè. Ce n'è di strada da fare!
Fin da piccoli ai bambini venivano raccontate storie sui pericoli estremi del fiume, ma anche il coraggio degli allenatori che lo affrontavano, un ultimo passo prima della Via Vittoria. Quelle storie provocavano sempre versi di meraviglia e timore nei fanciulli, quelle ardue prove erano parte di una tradizione rimpiazzata negli anni da ben altro scopo, tuttavia era presto per preoccuparsene.
Il Laboratorio del professor Elm era giusto di fianco la casa di Silv, ed era uno dei motivi della fortuna del Borgo. La gente di fuori andava nel Borgo per lo più per passare qualche giorno in tranquillità, pernottando nel piccolo albergo del paese, ma quell'afflusso di turismo era troppo esiguo per permettere la sopravvivenza di quelle pur poche famiglie; il Laboratorio per contro, garantiva un continuo afflusso di studiosi ed appassionati che collaboravano o richiedevano l'aiuto del Professore, e permettevano a un discreto numero di attività, come il piccolo alimentari gestito dalla madre di Silv, di restare in piedi.
La struttura era stata costruita a ridosso della foresta, e a Silv pareva strano quanto in realtà conoscesse poco di quelle zone, andare a zonzo per i boschi era considerata un'abitudine molto stupida e molto pericolosa perchè non sempre c'erano allenatori che tenessero i sentieri sgombri dai pokemon selvatici, come invece accadeva per le strade principali.
Dagli studi del professor Oak risultava infatti che l'arte dell'addomesticare e comprendere i pokemon nacque nella preistoria, proprio per permettere la comunicazione tra i centri abitati, senza incappare in pokemon predatori.
I primi ad essere addomesticati, - gli disse (o forse dirà?) il vecchio professore di Kanto - furono i Growlithe, stando ai ritrovamenti dei loro scheletri nelle antiche tombe. La loro affinità con gli uomini fu per noi una grande fortuna - aggiunse, ridendo di quella coincidenza - poichè sulla terra ferma il tipo Erba era dominante, che era debole al fuoco dei Growlithe, permettendo così all'umanità di colonizzare il pianeta.
Silv era ancora immerso nei suoi pensieri, quando percepì un fruscìo alla sua sinistra, tra i cespugli che costeggiavano il laboratorio del professor Elm. Fece per avvicinarsi, quando gli venne in mente che da lì a qualche ora si sarebbe scatenato un bel trambusto.
Si affacciò oltre la siepe, e scoprì un ragazzo lì accovacciato che lo fissava sgomento.
- Che maleducato! - lo riprese Silv, che dovette fare un grosso sforzo per non mettersi a ridere, mentre si allontanandosi dai cespugli - se avevi bisogno di un bagno non avevi che da chiedere -
- Guarda che io non stav... senti, fatti gli affari tuoi e sparisci! - replicò il ragazzo dai lunghi capelli, rossi almeno quanto il suo viso dopo quella canzonatura.
Silv obbedì di buon grado, e mentre entrava nel laboratorio, immergendosi in numerose file di scaffali stracolmi di testi accademici e dati archiviati, era eroso dal dubbio.
Tra poco quel ragazzo avrebbe rubato uno dei pokemon allevati dal professor Elm, introducendosi attraverso una finestrella sulla cantina, e lui cosa doveva fare? Silv aveva la possibilità di compiere un esperimento: poteva avvertire il Professore, così facendo avrebbe capito se cambiare la Storia era davvero possibile.
...ma sarebbe un vero spreco - Pensò Silv mentre un assistente del Professore si avvicinava per accoglierlo - Quel tipo ha una parte importante da recitare in questa commedia...
...sperando di non sbagliare, ma questo non l'ammise mai, nemmeno con sè stesso.


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