Magazine Diario personale

Trust no one

Da Sambruno
Ovvero quando - come dice King - due eventi separati collidono e ne viene fuori un'idea.  O un'intuizione, in questo caso. Con la scrittura sono bloccata da... boh? Ho perso il conto dei giorni. Ce ne sono stati un paio in cui sono riuscita a spremere fuori 2.000 parole e spiccioli, ma tra questi poi c'è stato il vuoto siderale. Oggi magari cambierà qualcosa: ho di nuovo voglia di scrivere. E mi sento ottimista sulla possibilità di recuperare il feeling con la storia a cui stavo lavorando. Grazie a The X-Files. Questa mattina, tra la pulizia di una stanza e l'altra, mi è capitato di rivedere uno spezzone di un qualche episodio - con conseguente immediata decisione di recuperare tutte e nove le stagioni. E la prima cosa che mi è venuta in mente è stata una frase. Una che, insieme a "la verità è là fuori", è un po' una sorta di leit motiv sotterraneo che lega la gran parte degli episodi e balza in primo piano in quelli basati sulle teorie complottistiche.
Trust no one [FONTE: evotik on DeviantArt]
Non fidarti di nessuno.
Qualcuno lo dice a Fox Mulder. Lui lo dice a Dana Scully. Scully lo dice a qualcun altro. E tutti finiscono per rimpallarsi queste parole. Il che era una delle tante cose che mi piacevano della serie: il meccanismo che innescava il ricevere "in dono" questo avvertimento.
E mentre mi rigiravo in testa quanto il trust no one mettesse in crisi e logorasse tutto - e quanto costasse, soprattutto a Scully, trovare la forza di tirarsi fuori dal circolo vizioso che ne seguiva... be', mentre ci pensavo è arrivata l'illuminazione riguardo alla mia povera storia.
Nonostante non abbia più aperto Scrivener, ho sempre tenuto accanto al pc(cino) Toshi il notes della Paperblanks nel quale tutto ha preso forma. L'ho acchiappato, ho sfogliato le pagine, ho riletto i vecchi appunti et voilà! Tombolone!
Il trust no one c'è. È qualcosa di sotterraneo, ma lega tutti i miei personaggi - tranne l'Inossidabile Duo, legato invece da un rapporto "molto più che amicizia poco meno che amore" che adoro. Che si amino o siano amici, i miei personaggi non si fidano gli uni degli altri. E questa cosa l'ho impostata senza rendermene conto, purtroppo. L'idea di base era che solo il protagonista e un comprimario avessero questa difficoltà. Invece ho finito per coinvolgere tutti in una specie di maratonda a chi combina il casino più grosso perché non si fida di chi potrebbe evitargli di fare la stronzata del secolo.
Da qui, il papocchio immane che ho combinato io.
Ho capito perché le ultime scene scritte e basate sui protagonisti non funzionano.
Se non si fidano l'uno dell'altro - ed entrambi hanno pacchi e pacchi di motivi per non farlo - è difficile che si alleino. In qualche modo, però, a questa alleanza devono arrivarci. La catastrofe è che ce li ho fatti arrivare in modo molto harmony-oso. Dopodiché del trust no one me ne sarei bellamente fregata. Rimosso l'ostacolo, si va dritti alla meta.
E invece no.
L'ostacolo rimane.
È piazzato lì: un bel macignone tra tutti.
... Merde! Non c'è outline che salvi dalla gestione maldestra di una storia, dannazione.
Tuttavia, questa cosa mi piace. Mi serve su un piatto d'argento l'occasione di bastardeggiare un (bel) po'.
Ora il problema più immediato sono le scene incriminate tra i miei protagonisti, quelle che ho risolto a tarallucci e vino.
"Per uscire vivi da questa situazione, dobbiamo allearci!" "Okay."
Grisù benedetto...
Se voglio terminare la prima stesura entro la fine di marzo (*risate dal pubblico*) non ho tempo di tornare indietro e riscriverle. Non mi resta che aggirare Lammerda© e andare avanti.
Ricomincio da qui! Con una citazione a The X-Files. Di solito le evito, ma questa ci sta tutta.
La scena che scriverò oggi si aprirà su un Non fidarti di nessuno scarabocchiato su un muro "affrescato" con simboli e frasi inneggianti a un certo rettile.


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