E' un acronimo che sta per Transatlantic Trade and Investment Partnership (partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti) ovvero un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziazione tra l'Europa e gli Stati Uniti d'America.
Nell'unico documento ufficiale diffuso dalla UE l'obiettivo dichiarato di questo accordo è «aumentare gli scambi e gli investimenti tra l’UE e gli Stati Uniti realizzando il potenziale inutilizzato di un mercato veramente transatlantico, generando nuove opportunità economiche di creazione di posti di lavoro e di crescita mediante un maggiore accesso al mercato e una migliore compatibilità normativa e ponendo le basi per norme globali».
L'intento dichiarato è quello di abbattere dazi e dogane, rendendo più fluido il commercio tra Europa e Stati Uniti, ma in realtà si vuole creare un mercato interno per bloccare Paesi emergenti come Cina e India. Il trattato prevede l'introduzione di due organismi tecnici sovranazionali molto potenti che detterebbero regole e priorità, fuori da ogni controllo da parte degli Stati.
La critica principale mossa a questo accordo è che con esso verrebbero spazzate via anche le ultime barriere che limitano i profitti delle società transnazionali e che si permetterebbe alle stesse di prendere decisioni sopra le teste dei cittadini e dei governi, con la possibilità di citare in un giudizio internazionale le nazioni che non sottostanno agli ordini.
Ma quali sono le reali conseguenze a cui potrebbe portare questo patto segreto?
Un grande rischio di questo accordo è che il mercato europeo si aprirebbe a prodotti ampiamente utilizzati negli USA, che mettono a rischio la sicurezza alimentare, come gli OGM e i bovini ai quali vengono somministrati ormoni e promotori della crescita, considerati cancerogeni.
Un altro grande rischio sarebbe quello di vedere trasformati i diritti di tutti ai beni comuni come acqua, energia, sanità e servizi in business per le grandi imprese, spingendo verso la privatizzazione.
Inoltre alcune pratiche altamente inquinanti diffuse negli USA, come il fracking, potrebbero diffondersi anche in Europa.
Sui diritti dei lavoratori si tenderà inoltre ad uniformarsi ai livelli più bassi degli USA.
Un altro grande pericolo è che sarebbe minata la sovranità nazionale perchè verrebbe istituito un meccanismo di arbitrato internazionale che permetterebbe ad un'impresa di citare in giudizio uno stato e chiedergli un risarcimento per aver compromesso o minacciato investimenti e interessi commerciali dell'impresa.
Insomma quello che c'è in ballo è un accordo che ha ripercussioni su tutti i settori produttivi, sugli standard di qualità e in generale sulla nostra vita quotidiana. Tutti i settori di produzione e consumo come cibo, farmaci, energia, ma anche i nostri diritti connessi all’accesso a servizi essenziali come la scuola, la sanità, l’acqua, la previdenza e le pensioni, sarebbero tutti esposti a ulteriori privatizzazioni e alla potenziale acquisizione da parte delle imprese e dei gruppi economico-finanziari più grandi e più competitivi. Inoltre misure protettive, come i contratti di lavoro, misure di salvaguardia o protezione sociale o ambientale, potrebbero essere spazzati via, affidandosi allo studio legale giusto.
Il TTIP é una minaccia alla democrazia, all’ambiente, ai consumatori e ai diritti dei lavoratori.
Ma possiamo fermarli!
Per sostenere la campagna e la raccolta di firme europea STOP TTIP c'è tempo fino ad ottobre 2015, potete firmare a questo link.
Per approfondimenti:
Stop TTIP Italia
Il Post
Terra Nuova