Quando vorremmo che la realtà superasse la nostra immaginazione (perché quella stessa realtà, chissà perché, non ci appare così uber-faiga come nelle pubblicità o sulle pagine patinate delle nostre riviste “preferite”)
Quando i nostri interessi e gusti personali devono essere costantemente “bombati”, pompati, esagerati, sbattuti in faccia, glossati o “aureolati” di quella luce hipster-chic-vintagestyle-sognante-romantica e chi più ne ha più ne metta, per risultare vagamente interessante, o trendy.
Quando dobbiamo, assolutamente dobbiamo conformarci alla massa e “costruirci un’immagine”, artefatta, di noi stessi. Anch’essa esagerata, sopra le righe, per ottenere quella allure di “rottura-innovazione” che fa scalpore (mentre magari certe cose le facevamo già dieci o venti anni fa, ma non siamo mai stati abituati a “raccontarlo” con squilli di trombe, fanfare, rulli di tamburi e filtri debitamente faded sulle nostre smartocamere)
Ecco, quando ci succede tutto ciò e non sappiamo più chi siamo (ma sappiamo chi “dovremmo essere” e ci abbattiamo anche perchè non lo siamo – secondo gli standard di chi? chiediamocelo sempre-), ricordiamoci questo:
“It’s a commercial”, dice alla fine l’amica che interrompe i sogni da blogger pseudo-hipster-chic atteggiatissima al massimo.
“E’ solo una pubblicità”
“Sono finteeeee”urlava il tizio della Red Bull nel famoso commercial (appunto).
Sono finte. Sono filtri.
Non prendiamoci così sul serio. Non abbattiamoci se non ci conformiamo allo stile dominante (e nemmeno a quelle delle subculture so cool cui ci piace tanto ispirarci).
Ispiriamoci, ma non cambiamoci mai. Cambiamoci ma non omologhiamoci, e a un certo punto svegliamoci, e andiamo a vivere nel mondo reale.
ps. volevo condividere con voi questo video che trovo molto ironico e divertente (qui la spiegazione di cosa gli sta dietro).
Mi piace prendermi non troppo sul serio, ma perdonate se i miei discorsi sembrano a dir poco sconnessi e insensati ;)