Si è tanto discusso, nei giorni scorsi, di quanto le carni lavorate possano far male a chi le consuma. Un dibattito che si può definire soprattutto mediatico e che esula quasi totalmente dai dati scientifici che in materia dicono tutt’altro. Se è vero infatti che una parte di responsabilità nella comparsa di alcuni tumori sia dovuta all’alimentazione non si può non considerare che oggi, un malato di cancro al colon retto, resta per mesi e mesi in attesa di accertamenti e prestazioni sanitarie.
E’ questo l’allarme lanciato dall’oncologo Franco Bianco, relativamente alla necessità di diagnosi precoci e di cure tempestive per i malati di cancro. L’oncologo denuncia una forte mancanza di prevenzione. I tassi di malattia avanzata in Campania sono molto alti rispetto ad altre città, soprattutto del Nord, e questo a causa delle diagnosi che arrivano in ritardo, quando i sintomi sono già arrivati e quando la malattia è ormai avanzata. “Gli screening gratuiti – fa notare Rosario Vincenzo Iaffaioli, primario dell’istituto tumori Pascale di Napoli al Mattino – sono un diritto per persone di età compresa fra i 50 e i 74 anni, ed hanno enormi difficoltà a decollare all’interno delle aziende sanitarie. Un malato di cancro al colon retto è costretto ad aspettare anche 4 mesi per un intervento, un tempo prezioso per la sopravvivenza“.
A tutto ciò si aggiungono le difficoltà a prenotare esami e visite in tempi brevi ed esami molto importanti non più coperti dai budget di spesa, che sono ormai esauriti. Così i pazienti sono costretti ad effettuare gli esami e le visite presso privati, o, nel caso della fascia di popolazione più povera, a rinunciare alle cure.
Tali dati, assolutamente allarmanti, saranno presentati al convegno nazionale GISCor (Gruppo Italiano di Coordinamento degli Screening), che si terrà il 19 e 20 novembre a Napoli.