FRA QUESTI c’è il mio amico Akim che finalmente può ridiventare Sami Bacha. Per 24 anni il povero Sami si è dovuto nascondere sotto un falso nome perché nel 1987 aveva partecipato a una rivolta del pane ed era condannato a 10 anni di lavori forzati. Finalmente non teme più di essere scovato da uno dei tanti scagnozzi infiltrati in ogni paese, in ogni associazione, perfino nelle famiglie. Scagnozzi di Ben Alì ma soprattutto del clan Trabelsi, la quello della moglie Leïla, la presidentessa e seconda moglie del tiranno di Cartagine. Quale sarà l’avvenire della nuova Tunisia? “Sì, Ganouchi fa parte del sistema”, dice Sami, riferendosi al capo del governo provvisorio. “Ma in tutta la Tunisia non troverete nessuno che parli male di lui. Non aveva potere ma è un uomo onesto.” La morale di questa rivoluzione lampo? “La Tunisia dev’essere un esempio per tutto il mondo arabo. Gli altri popoli possono attingere dal nostro successo la forza per sbarazzarsi dei loro tiranni senza cadere nell’estremismo religioso. Se potessero ritrovare la loro dignità di esseri umani semplicemente liberi, sarebbe il più bel giorno della mia vita.”
FORSE DOMANI ci vedremo più chiaro, ma adesso godiamoci il presente. Nel pomeriggio è prevista una grande manifestazione in place Masséna a Nizza con la partecipazione di tutti i 120.000 tunisini delle Alpi Marittime, di Sami e naturalmente di
Dragor