Tunisia / Urge "Costituzione"

Creato il 15 gennaio 2012 da Marianna06

E' trascorso un anno dalla fuga di Ben Alì ,il dittatore tunisino, che governava da padre-padrone il suo popolo unitamente al corrotto entourage, ma nel Paese le riforme vere, quelle promesse dal Governo ad interim, ancora purtroppo non si vedono.

Quindi le vittime delle violazioni dei diritti umani sono ancora lì che attendono sia fatta loro doverosa giustizia.

A lamentare ufficialmente l'eccesiva lentezza delle decisioni e dei  conseguenti provvedimenti del  Governo,  quello uscito dalle elezioni di ottobre, è Amnesty International, attraverso Hassiba  Hadj Sahraoui, vicedirettrice dell'Organizzazione per l'Africa del Nord e il Medio Oriente.

Ci sono stati dei segnali di buona volontà-dice Hassiba - come maggiore libertà ai mezzi d'informazione e ratifica di validi trattati internazionali  ma occorre al più presto una Costituzione, che garantisca i diritti fondamentali ai cittadini e che consolidi essenzialmente lo stato di diritto.

Per esempio urge - continua la donna - una radicale ristrutturazione delle forze di sicurezza in difesa dell'incolumità reale dei cittadini.

Bisogna che i familiari dei morti e dei feriti gravi, rimasti invalidi a causa di violenze ingiustificate e ingiustificabili all'epoca degli eventi  della rivoluzione,  conoscano la verità vera sui fatti senza attendere ancora oltre.

E poi che i responsabili siano avviati, com'è giusto, a regolare processo.

Questo è quanto chiedono i tunisini onesti ,uomini e donne, di cui Amnesty International, attraverso la sua rappresentante, si fa al momento portavoce.

Con questo non si vuole misconoscere il positivo che pur è stato fatto- conclude la vicepresidente di Amnesty - ma la strada delle riforme è lunga e di difficile percorribilità.

Per ragioni storiche e culturali , e qusi certamente anche politiche, che comunque non vanno sottovalutate.

Va bene il Protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici.

Va bene il Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura e altre pene disumane.

Va bene la Convenzione internazionale per la protezione delle persone dalle sparizioni forzate.

E, sopratutto, va benissimo che, nel luglio scorso, la Tunisia sia divenuto il 116mo Stato facente parte dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale.

Non resta, dunque , che  accellerare allora perché la nuova Costituzione sia.

Costituzione, infatti, significa patto alla luce del sole e garanzia per la gente.

A meno che essa non venga considerata un qualunque "pezzo di carta" da gettare via in qualsiasi momento dal primo tirannello di turno, che fa la sua improvvisa comparsa sulla scena politica.

E potrebbe anche accadere.

   A cura di  Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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