Il capo dell'investment banking di Itaú BBA a São Paulo, Jean-Marc Etlin sostiene, di una percezione diffusa che il mercato brasiliano non è poi così a buon mercato come sembra.
Se si toglie Petrobras [la National Oil Company] e Vale [il colosso minerario] e guardiamo i multipli del [prezzo/utile], siamo molto vicini ai livelli dei Bric nostri coetanei e non sono poi tanto lontani dagli Stati Uniti.
I paesi emergenti interagiscono
-Così alcuni investitori, il denaro l'hanno passato di mano in posti come gli Stati Uniti per una cifra che si aggira intorno a 4 miliardi di dollari di azioni solo nell'ultima settimana. Un sacco di soldi in passato sono stati investiti qui ed ora stanno andando altrove.
-Il secondo è tutto il rumore che arriva dall'Egitto, che ovviamente non ci aiuta.
-Infine il terzo, in particolare sul Brasile, c'è tutto questo dibattito sulle misure macroprudenziali, che suscitano perplessità tra gli investitori preoccupati di come la mano pesante del governo s'abbatterà sul mercato. Così la gente sta alla finestra, in attesa di maggiore chiarezza.
Continuando nel suo giudizio Etlin dice che gli emittenti non dovrebbero essere scoraggiati da queste turbolente, ma dovrebbero essere un pò più realistici. " Se si guardano i fondamentali chiave del Brasile, sono ancora tutti ottimi. Di sicuro oggi siamo in un mercato più maturo e consapevole, e gli investitori non devono temere, ma credere nelle nuove opportunità d'acquisto, con rinnovata fiducia". (ft blogs beyondbrics )