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Turchia Discovery – L’hotel nella roccia e via verso il mare

Creato il 28 gennaio 2014 da Vlao

La supergiornata di ieri ci ha provato, è giusto concedere al gruppo una sveglia consona a riprendere un po’ di vitalità.

Quindi si fa colazione con calma dopo di che Yilmaz ci porta a conoscere il  luogo che ci ospiterà per la notte. Neanche il capitano Vlao ha una precisa idea di ciò a cui corrisponde esattamente la definizione “hotel nella roccia” sa solo che, dalle vecchie relazioni, tutti ne sono rimasti entusiasti.

Quando Yilmaz ferma il pulmino in un parcheggio in mezzo al nulla e gli passa al telefono il “gestore del locale” che per farsi avvistare, vestito in maglietta rossa, sbraccia in fondo ad una vallata desertica, Vlao intuisce che di roccia si può parlare… ma di hotel… non proprio…

Con i bagagli essenziali preventivamente selezionati, il gruppo si dirige in fila indiana giù per una scarpata in direzione del losco individuo in t-shirt rubino. Vlao fa finta di ignorare i mugugni dei compagni, non si sente di tranquillizzarli gran che… mi sa proprio che con questa sera si giocherà parecchio della sua credibilità!

Arrivati al Kizilvadi Caffe & Restaurant ci accoglie il nostro amico di rosso vestito. Per prima cosa ci mostra l’albergo. In realtà di scavato nella roccia individuiamo la cucina, una grotta, e una chiesa dismessa. Cerchiamo le stanze, ma non abbiamo capito che i nostri giacili sono quella fila materassi distesi sul tetto del bersò che delimita la “sala da pranzo”. Solo per due baciate dalla dea bendata c’è la possibilità di dormire nella grotta, le sisters si aggiudicano il premio, e per due fifoni di riposare in una semigrotta, Cometa e Bratz i volontari. Per gli altri ampia scelta tra i dieci tappeti e le venti coperte di pesantissima lana cappadocica.

Chavusin

Chavusin

Beh… è inutile star qui a pensarci, ci sarà tutta la notte per maledire Vlao. Meglio impiegare il nostro tempo per esplorare le vallate circostanti. Muniti di cartina e indottrinati a dovere partiamo col nostro trekking nella Rose valley che tra scale a pioli, chiese rupestri e view point ci porterà a Chavusin dove Yilmaz ci aspetta col pulmino.

Dopo esserci goduti un superpranzo in una locanda consigliataci dal nostro mitico driver, visitiamo Uchisar, il museo a cielo aperto di Zelve e la città sotterranea di Kaymakli, un programma così impegnativo che nemmeno Tuba avrebbe azzardato senza una sosta alla fabbrica di tappeti! Invece riusciamo a fare tutto, anzi, quando Yilmaz ci riscarica nel parcheggio in mezzo al nulla, ci togliamo anche lo sfizio di un memorabile aperitivo con tanto di cracker e vino rosso in pieno ramadam!

Quando scendiamo a valle, il titolare in maglia rossa, ci serve la nostra cena rurale dopo di che ci saluta e ci dà appuntamento per l’indomani, abbandonandoci a noi stessi. Ci avverte dei tre milioni di stelle che brilleranno nella notte e dei tre milioni di coperte presenti in magazzino nel caso facesse freddo.

Nel dopocena finiamo le scorte di vino ridendo e raccontandoci fesserie. Fa un freddo cane e ci si attrezza per il gelo. Alcuni scendono in campo muniti di torcie frontali alla ricerca del bagno, altri sulla scia di Martimarti chiedono aiuto per farsi seppellire sotto le coperte. C’è chi improvvisa turbanti con la biancheria sporca per tenere al caldo la capoccia e chi, noncurante, sciala al caldo della grotta. Uno dopo l’altro si cade tutti nel sonno meno profondo, fino a che, al sorgere del sole, ci iniziamo a svegliare ai primi avvistamenti di oggetti voltanti non identificati (UFO)

Sono mongolfiere, le stesse che ci avevano portato a spasso il giorno prima ora ci svolazzano intorno. Che spettacolo fantastico, quasi alla pari delle facce sconvolte della gente che si sveglia mano a mano…

Quando il sole sale alto in cielo, si ripresenta l’uomo dalla divisa rossa che ci serve la colazione e ci istruisce per un secondo trekking nella Red valley sta volta con tanto di tunnel pericolanti e cordate degne di Indiana Jones.

Ritrovato l’Allegrobus salutiamo la Cappadocia dopo quella che è stata, a detta di tutti, la nottata più bella del viaggio e, dirigendoci verso il mare, facciamo una sosta per l’ennesima sgambata di giornata nella Valle Ihlara.

Qui sembra un po’ di essere dalle nostre parti, la passeggiata lungo il ruscello e il verde della natura circostante non è poi così distante dai nostri paesaggi. Solo i più intraprendenti decidono di allungare la scarpinata raddoppiando la dose di km da percorrere per raggiungere il monastero di Selime. Mai scelta fu più errata, il dispendio di energie sarà tale che a molti degli spericolati sarà possibile dire che… “la vacanza finisce quiiiii!” vero Lupin???

Dopo esserci gustati il nostro gelato da 0,70 LT perdiamo abbastanza tempo per tenere fede al nostro principale obiettivo di giornata, arrivare alla capitale dei dervishi rotanti il più tardi possibile! Infatti sbarchiamo a Konya giusto in tempo per assalire quello che rimane del buffet. Concludiamo la serata sorseggiando un çay sul grattacielo più alto della cittàspipacchiando narghilé al peggior bar dei dervishi per la gioia del nostro conduttore Yilmaz

Da domani… cambiamo registro… basta camminate polverose, mare e relax è quello che ci aspetta… finalmente aggiunge Pulitzer!

TURCHIA DISCOVERY 2013

Indice

Puntata n.1 Il prologo link

Puntata n.2 Istanbul in 20 km link

Puntata n.3 From Istanbul to Bolu link

Puntata n.4 Cappadocia e Balloon link

Puntata n.5 L’hotel nella roccia e via verso il mare sei qui

Contenuti Extra

 Il foto album Turchia Discovery 2013 link

 Turchiaraduno à Paris Part une link

 Turchiaraduno à Paris Part deux link


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