Mi scuso per l’assenza di qualche giorno: ma riprendo immediatamente il flusso informativo, cercando anche di recuperare qualche notizia significativa dei giorni scorsi.
Comincio dalla politica estera, spesso immeritatamente criticata da chi pretende che i risultati vengano conseguiti immediatamente e assolutamente in ogni iniziativa intrapresa: e quindi, alle prime difficoltà parlano di fallimenti e cambiamnti drastici di rotta; questa interpretazione non corrisponde ai fatti: la visione del ministro degli esteri Ahmet Davutoğlu – lo “stato centrale”, gli “zero problemi” – orienta ancora la scelta di Ankara, i risultati sono complessivamente eccellenti. Ho parlato recentemente degli accordi di partenariato firmati dal 2006: prevedono l’istituzione di Alti consigli di cooperazione strategica che operano per assicurare – bilateralmente – la libera circolazione di merci e persone. Ho parlato di un totale di 14 accordi siglati: di cui 11 operativi, 2 sospesi (quello con la Siria, quello quadripartito con Siria, Giordania e Libano) e 1 momentaneamente accantonato (quello con l’Iraq); proprio a Natale è stato perfezionato il 15° con la Tunisia, in occasione della visita del premier Hamadi Jebali ad Ankara: la conferma di come – dopo i rivolgimenti ancora in atto in Africa orientale e in Medio oriente – la Turchia continua a usare esattamente gli stessi strumenti per acquisire influenza politica ed economica (ulteriori accordi prevedono l’apertura reciproca di centri culturali e la creazione di una zona industriale in Tunisia). La prima riunione del consiglio dei ministri congiunto è prevista per marzo 2013.
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