Il governo turco sta intanto elaborando gli scenari per giungere alla pace con il Pkk. Nei giorni seguenti l'annuncio del cessate il fuoco da parte di Ocalan, il quotidiano Hurriyet citava una fonte autorevole del governo secondo cui la prima fase del piano prevederebbe il ritiro dei guerriglieri curdi dal territorio turco verso le basi in nord Iraq, che il governo vorrebbe completare entro il prossimo autunno. In parallelo al ritiro verrebbe istituita una commissione parlamentare ad hoc. Per il momento sembrerebbero esclusi provvedimenti mirati per favorire il ritiro del militanti curdi, mentre si pensa a iniziative per facilitare in futuro il reintegro nelle società turca dei guerriglieri che deporranno le armi. Per quelli che non hanno commesso reati problemi non ce ne saranno. Per quelli soggetti a procedimenti penali, ma che non hanno avuto posizioni di comando nell'organizzazione militare, si starebbe pensando ad una modifica delle leggi. Complicata invece la posizione dei comandanti della guerriglia: Erdogan ha parlato più volte della possibilità dell'esilio in "Paesi terzi"che potrebbero concedere loro uno status speciale. Ci saranno poi da ricollocare le 70mila "guardie di villaggio", di etnia curda, impiegate in questi anni come milizia contro il Pkk. Il governo sta lavorando anche sulla questione dei diritti umani per armonizzare la normativa turca alla Convenzione europea. Nella seconda metà dell'anno il governo potrebbe anche sospendere il provvedimento con cui a suo tempo il parlamento lo autorizzava ad ordinare le operazioni fuori confine delle forze armate in nord Iraq. Un altro passo molto importante in questa fase sarebbe quello di abolire la legge antiterrorismo, che ha portato in carcere migliaia di simpatizzanti del Pkk, e di modificare radicalmente il codice penale.
Il governo turco sta intanto elaborando gli scenari per giungere alla pace con il Pkk. Nei giorni seguenti l'annuncio del cessate il fuoco da parte di Ocalan, il quotidiano Hurriyet citava una fonte autorevole del governo secondo cui la prima fase del piano prevederebbe il ritiro dei guerriglieri curdi dal territorio turco verso le basi in nord Iraq, che il governo vorrebbe completare entro il prossimo autunno. In parallelo al ritiro verrebbe istituita una commissione parlamentare ad hoc. Per il momento sembrerebbero esclusi provvedimenti mirati per favorire il ritiro del militanti curdi, mentre si pensa a iniziative per facilitare in futuro il reintegro nelle società turca dei guerriglieri che deporranno le armi. Per quelli che non hanno commesso reati problemi non ce ne saranno. Per quelli soggetti a procedimenti penali, ma che non hanno avuto posizioni di comando nell'organizzazione militare, si starebbe pensando ad una modifica delle leggi. Complicata invece la posizione dei comandanti della guerriglia: Erdogan ha parlato più volte della possibilità dell'esilio in "Paesi terzi"che potrebbero concedere loro uno status speciale. Ci saranno poi da ricollocare le 70mila "guardie di villaggio", di etnia curda, impiegate in questi anni come milizia contro il Pkk. Il governo sta lavorando anche sulla questione dei diritti umani per armonizzare la normativa turca alla Convenzione europea. Nella seconda metà dell'anno il governo potrebbe anche sospendere il provvedimento con cui a suo tempo il parlamento lo autorizzava ad ordinare le operazioni fuori confine delle forze armate in nord Iraq. Un altro passo molto importante in questa fase sarebbe quello di abolire la legge antiterrorismo, che ha portato in carcere migliaia di simpatizzanti del Pkk, e di modificare radicalmente il codice penale.
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